Blitz della Finanza, 30 indagati: 10 arresti, coinvolti 16 imprenditori - Live Sicilia

Blitz della Finanza, 30 indagati: 10 arresti, coinvolti 16 imprenditori

I particolari delle indagini

CATANIA – Blitz della guardia di finanza in molte città d’Italia. Dieci arresti, 30 indagati e sequestri per 30 milioni di euro (QUI I NOMI): le accuse vanno dall’evasione fiscale alla bancarotta fraudolenta. Coinvolto il figlio di un esponente dei Santapaola.

L’indagine

L’inchiesta, ribattezzata ‘Ultimo brindisi’, nasce su delega della procura europea di Palermo, in campo i finanzieri etnei col supporto dei reparti di Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L’Aquila e Milano.

Il Gip del tribunale etneo ha emesso un’ordinanza disponendo gli arresti di 10 persone, accusate di “associazione per delinquere finalizzata alla evasione e frode fiscale e a condotte plurime di bancarotta”. Disposta l’interdittiva nei confronti di 17 indagati, prescrivendo “il divieto di esercitare l’attività d’impresa, nonché il ruolo di rivestire uffici e funzioni direttive o amministrative presso società di persone o di capitali, anche per interposta persona, per la durata di un anno”.

E ancora, il giudice ha ordinato il sequestro preventivo dei beni riconducibili a 17 società e 25 indagati, per un valore di 30 milioni di euro.

L’organizzazione

Gli inquirenti hanno colpito un “articolato gruppo criminale – spiegano – che avrebbe illecitamente commercializzato bevande nel territorio nazionale in evasione dell’Iva”. A capo dell’organizzazione ci sarebbe un 40enne incensurato, figlio di un esponente dei Santapaola, detenuto al 41 bis nel carcere di Sulmona.

Il gruppo avrebbe realizzato un volume d’affari di 100 milioni di euro, frodando il fisco per oltre 30 milioni di euro, grazie a ‘teste di legno’ e imprese cartiere. Le società “servivano a utilizzare e ad emettere fatture per operazioni inesistenti nella commercializzazione di bevande che, grazie all’evasione d’imposta, potevano essere vendute a prezzi altamente concorrenziali”.

L’evasione fiscale

Le imprese avrebbero acquistato senza Iva prodotti “falsamente” destinati all’estero, oppure provenienti da San Marino, senza versare le imposte dovute.

E ancora, il gruppo avrebbe “simulato operazioni intracomunitarie in regime di reverse charge”, ovvero facendo “assolvere” l’imposta al destinatario, ovvero una società che si trovava in Bulgaria. I finanzieri hanno documentato “profitti illeciti” di quasi 600 mila euro, realizzati anche “attraverso crediti d’imposta inesistenti, artificiosamente creati attraverso falsi corsi di formazione, c.d. “4.0”, per il personale dipendente di alcune imprese facenti capo al gruppo criminale”.

La bancarotta fraudolenta

Dopo l’insolvenza e il fallimento di 3 società per debiti tributari, i finanzieri hanno documentato una bancarotta fraudolenta, causata anche dalla distrazione di risorse delle aziende e di beni strumentali ceduti a prezzi irrisori.


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