I Santapaola e le scommesse clandestine: udienza per 81 persone

I Santapaola e le scommesse clandestine: udienza per 81 persone

È l’inchiesta “Doppio Gioco”
UDIENZA PRELIMINARE
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CATANIA – Il gioco d’azzardo, un giro internazionale di scommesse clandestine, presunte evasioni fiscali, truffe e autoriciclaggio. Per la Dda era tutto funzionale agli interessi del clan Santapaola-Ercolano. Per questa ragione oggi compariranno dinanzi al Gup di Catania 81 persone per l’udienza preliminare “Doppio gioco”, dal titolo dell’operazione condotta oltre due anni e mezzo fa fa dalla Guardia di Finanza di Catania e dallo Scico.

L’inchiesta, si ricorda, ha disintegrato alcuni degli interessi del clan mafioso egemone nella zona sudorientale dell’Isola. Gli indagati sono accusati a vario titolo di far parte o di esser stati dei fiancheggiatori di un’associazione a delinquere di stampo mafioso.

Le altre accuse riguardano l’ipotesi di esercizio di “giochi e scommesse a distanza”, “aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella anti-riciclaggio”.

Le società in Puglia

Sono accusati inoltre a vario titolo di aver violato la normativa “sulle misure di prevenzione patrimoniali”. Questo anche “attraverso l’intestazione fittizia di beni e società in Sicilia, Puglia e altre aree del territorio nazionale”. Fu un’operazione molto grossa.

Il giro sarebbe stato reso possibile dalla “capillare commercializzazione” dei siti di gioco e dall’amministrazione di “agenzie di scommesse e Centri trasmissione dati ubicati nel territorio della provincia catanese”.

I ricavi delle attività illecite avrebbero favorito il riciclaggio di denaro, che sarebbe stato trasportato in Italia e all’estero, ovvero in Germania, Malta, Polonia e Montenegro. Il tutto “con automezzi allestiti in modo da eludere la normativa in materia”.

L’operazione

Il “giro d’affari”, all’epoca dell’operazione, fu stimato dagli inquirenti in oltre 80 milioni di euro, somma complessiva per cui tre anni fa fu eseguito anche un sequestro di beni. Si tratta di disponibilità finanziarie per 62 milioni in Italia, Polonia e Malta; fabbricati e terreni in Puglia e in Emilia-Romagna; e una società di ristorazione in Germania.


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