L'erba di Cosa nostra| L'addio dei boss a 55 mila dosi - Live Sicilia

L’erba di Cosa nostra| L’addio dei boss a 55 mila dosi

È uno dei retroscena del blitz che ha azzerato il mandamento mafioso di San Giuseppe Jato.

MAFIA - BLITZ MONTE REALE
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PALERMO – Avevano individuato il terreno e delegato ai palermitani il compito di coltivare la marijuana. Si sarebbe rifatti vivi al momento di incassare. L’ultimo passaggio, il più importante, è saltato per l’intervento dei carabinieri.

È l’erba la nuova frontiera degli affari dei mafiosi di San Giuseppe Jato. Il business per rimpinguare le asfittiche casse del mandamento. In un momento in cui scarseggiano le commesse edili, pubbliche e private, su cui imporre il pagamento del pizzo i mafiosi scoprono nuovi interessi.

Il 3 agosto dell’anno scorso furono arrestati Michele Mondino e Gaetano Di Gregorio, già processati e condannati. Li sorpresero mentre tentavano di disfarsi di una piantagione di cannabis ormai quasi pronta per essere essiccate e poi confezionate in dosi. Missione impossibile fare sparire 900 piante, 157 chili utili per confezionare 55 mila dosi che, una volta piazzate sul mercato, avrebbero fruttato un milione di euro. Il blitz dei carabinieri di Monreale, che nei giorni scorsi ha portato in cella sedici persone, avrebbe fatto emergere il coinvolgimento nell’affare di Ignazio Bruno, Vincenzo Simonetti e Giovanni Matranga, tre dei sedici arrestati.

Sono state le microspie a svelare che c’era un gran da fare in contrada Guadalami-Scala delle Femmine, a Piana degli Albanesi. A cominciare dall’individuazione dell’elettricista che allestì anche l’impianto di irrigazione. Durante una delle perlustrazione nel terreno Simonetti spiegava a Bruno che la raccolta di “prugne e meloni”, ormai prossima, spettava ai palermitani. Ed è sempre la loro voce a chiudere il cerchio investigativo.

Il giorno dell’arresto dei palermitani, Mondino e Di Gregorio, Simonetti affidò inconsapevolmente il suo rammarico per l’affare andato letteralmente in fumo: “Bruciata … le stanno levando tutte … la stanno tagliando”. Di Gregorio e Mondino stavano cercando di distruggendo le piante. Era stata “una minchiata” a mettere in allarme gli investigatori, e “dalla minchiata sono andati a vedere tutto sto bordello… la stanno tagliando”.

I carabinieri infatti avevano scovato una telecamera piazzata dall’organizzazione per vigilare sulla piantagione. Addio guadagni: “… già erano belle… ti devi fare il conto che ci voleva ancora un mese e mezzo… se ne parlava a metà settembre… ma li hanno viste perché hanno fatto una minchiata e grazie a questa cosa che è successa se ne sono accorti, sennò neanche se ne accorgevano”. In realtà, come hanno dimostrato le indagini, da mesi avevano i carabinieri addosso.

 


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