Blutec, fumata nera al ministero | "Un quadro sconfortante" - Live Sicilia

Blutec, fumata nera al ministero | “Un quadro sconfortante”

La Fim Cisl e la Uilm: "Termini è a rischio". Turano: "Grande incertezza"

Vertice a Roma
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ROMA – “Siamo preoccupati. Dall’incontro di oggi appare chiaro un quadro sconfortante dello stato dell’azienda Blutec, dove peraltro il progetto di Termini Imerese è la parte più a rischio”. Ad affermarlo, al termine del vertice al ministero dello Sviluppo economico sul futuro del piano industriale di Blutec per lo stabilimento di Termini Imerese, sono Ludovico Guercio, segretario generale Fim Cisl Palermo-Trapani, e Antonio Nobile, segretario provinciale Fim Cisl.

“Resta tutto nell’incertezza – dicono -, il commissario straordinario di Blutec ci ha fatto sapere che si attende il pronunciamento del Tribunale di Torino, se dovesse decidere che la gestione commissariale deve andare avanti, entro 6 mesi l’azienda dovrà presentare il piano aziendale per tutti i siti industriali, come prevede il codice antimafia che regola il sequestro. Siamo preoccupati, i tempi sono lunghi e i lavoratori potrebbero restare in attesa di conoscere il proprio futuro, con l’incertezza sulla copertura degli ammortizzatori sociali. Incerta è anche la realizzazione a Termini del prototipo del Doblò per Fca, per il quale, a causa di problemi tecnici, servirebbero ulteriori investimenti – ancora i rappresentanti sindacali -. Per adesso l’azienda ha fatto fronte alle emergenze in un clima di difficoltà finanziarie notevoli, ci chiediamo come possa garantire gli operai di Termini e investire sul sito per far ripartire la produzione, su questo punto non abbiamo ottenuto risposta”. Durante l’incontro un centinaio di lavoratori, partiti da Termini Imerese in pullman insieme con i sindaci del comprensorio termitano, hanno protestato davanti alla sede del ministero per chiedere “dove sono finiti i 16 milioni della reindustrializzazione di Termini”.

Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo-Trapani, conclude: “Non si può attendere l’esito della vicenda giudiziaria per avere risposte sul futuro dei lavoratori, il governo nazionale deve impegnarsi a trovare nel frattempo altre soluzioni industriali. Gli operai di Termini oggi lo hanno ribadito a Roma, vogliono lavoro non vivere di ammortizzatori o di assistenza, si faccia di tutto per garantirli e per dare una speranza anche all’indotto”.

“L’incontro tenutosi oggi al ministero dello Sviluppo economico ha chiarito lo stato di estrema difficoltà e di incertezza in cui versa Blutec. Ci è stato subito spiegato che sul sequestro si dovrà esprimere il Tribunale di Torino entro una ventina di giorni. Inoltre l’amministrazione giudiziaria si è detta impegnata a far proseguire l’attività produttiva ma sta incontrando problemi finanziari e gestionali. In ogni caso l’amministrazione, se sarà confermata, avrà sei mesi per varare un piano industriale e per presentarlo al Tribunale”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, che aggiunge. “Blutec conta più di mille dipendenti in stabilimenti dislocati in Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Sicilia, dove è impegnata con il piano di reindustrializzazione di Termini Imerese. Per salvarla occorre preservare le commesse esistenti con Fca, garantire la continuità degli ammortizzatori sociali e soprattutto trovare un nuovo investitore. In una situazione di carenza produttiva e di grave incertezza questi obiettivi possono essere perseguiti solo con una regia forte da parte del ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro. Confidiamo – conclude Ficco – che il Governo mantenga le promesse e assuma le iniziative necessarie a salvaguardare i lavoratori, a rilanciare il piano di reindustrializzazione per Termini Imerese e a preservare gli stabilimenti presenti in tutta Italia. Ci rivedremo al ministero appena si pronuncerà il Tribunale di Torino”.

“Al tavolo di oggi al Mise abbiamo toccato con mano la grande incertezza che regna intorno al destino di Blutec. La Regione Siciliana, come del resto oltre mille lavoratori, si aspetta che il governo nazionale e Fca facciano fino in fondo la propria parte”. Lo afferma l’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Mimmo Turano, a conclusione del tavolo al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Blutec. “L’amministratore giudiziario di Blutec – continua Turano – è stato molto chiaro sui tempi dettati dalla legge per i piani industriali e considerato che non saranno brevi è indispensabile che da un lato Fca, che ha commesse per ‘Doblò’ e auto elettrica, e il governo nazionale, che si è fatto garante nei confronti dei lavoratori, mostrino in questo momento tutta la loro buona volontà per superare questa situazione di preoccupante stallo”. Turano, che è stato delegato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, ha proposto, al fine di mantenere l’interlocuzione con Fca, di allargare il tavolo all’azienda automobilistica. Sulla proposta dell’esponente del governo Musumeci c’è stata “grande convergenza da parte dei rappresentati delle regioni Piemonte ed Abruzzo – si legge in una nota dell’assessore – e dei sindacati presenti”. “Come Regione siamo pronti a collaborare a qualunque iniziativa miri a garantire sviluppo e occupazione”, ha concluso Turano.

“Il Movimento 5 stelle è passato con grande velocità dallo streaming per la trasparenza alle segrete stanze dei bottoni con l’esclusione di sindaci e parlamentari di opposizione dal tavolo tecnico che riguarda Blutec”. Lo afferma la deputata nazionale di Fratelli d’Italia Carolina Varchi. “Con una motivazione risibile, infatti – sottolinea Varchi – mi è stato impedito di partecipare per sopraggiunto numero massimo di partecipanti. È di tutta evidenza che questo governo, che tanto ha promesso ai lavoratori dello stabilimento e dell’indotto Blutec ex Fiat, non è all’altezza della situazione. In attesa che la magistratura di Torino si pronunci – aggiunge – la politica ha il dovere di individuare una soluzione per lo stabilimento di Termini Imerese: gli ammortizzatori sociali sono un atto dovuto, adesso si lavori per far ripartire la produzione e restituire a centinaia di persone la dignità di un lavoro per il futuro. Chi ha sbagliato deve pagare – conclude Varchi – ed Fca deve essere chiamata a rispondere delle proprie responsabilità, ma i lavoratori hanno diritto ad una soluzione”.


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