PALERMO – Prendono il via oggi all’Aran le trattative tra l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e i sindacati sul salario accessorio dei dirigenti della Regione Siciliana. Sul tavolo un tesoretto da 9,1 milioni di euro, frutto delle economie realizzate nel 2022, partendo da uno stanziamento iniziale di 39,2 milioni.
Fondo per i dirigenti della Regione Siciliana
Si tratta di soldi che potranno avere una doppia destinazione: ritornare nel bilancio regionale o finire nelle tasche dei circa 900 dirigenti entro fine anno attraverso la parte variabile della retribuzione dei burocrati formata da due voci: l’indennità di posizione e quella di risultato. Le norme, infatti, impediscono che i fondi rimasti in cassa possano essere utilizzati per l’anno successivo e così il governo, tramite degli atti di indirizzo all’Aran, ha avviato l’iter con i sindacati per effettuare l’interpretazione di un articolo del contratto per consentire la redistribuzione delle risorse tra i dirigenti che così percepiranno mediamente 10.000 euro lordi.
Il diktat del governo all’Aran
Le indicazioni del governo regionale sono state messe nero su bianco nella delibera approvata recentemente dall’esecutivo Schifani, su input dell’assessore alla Funzione pubblica Andrea Messina: le indennità di posizione non distribuite nel 2022 “vadano a incrementare l’importo dell’indennità di risultato relativa allo stesso esercizio finanziario”. L’orientamento, quindi, è di spendere tutte le risorse a disposizione per i dirigenti, senza lasciare nulla in economia. Il commissario dell’Aran, Accursio Gallo, ha quindi convocato i sindacati per affrontare il nodo dell’interpretazione autentica delle norme del contratto che regolano l’assegnazione proprio della parte di stipendio calibrata in base ai risultati raggiunti. In ballo c’è anche il rinnovo del contratto 2019-2021 della dirigenza.