PALERMO – Come sono cambiati dal punto di vista commerciale e delle imprese i centri storici di quaranta comuni italiani di medie dimensioni, capoluoghi di provincia? La fotografia di quanto accaduto tra il 2008 e il 2018 è stata fatta da uno studio di Confcommercio nazionale “Imprese e Città. Demografia d’impresa nei centri storici italiani”, presentata oggi a Roma, che prende in considerazione anche Palermo A livello geografico emerge la crescita al Sud delle attività legate al turismo (bar, ristoranti e alberghi) ma soprattutto un vero e proprio boom del commercio ambulante che dal 2008 ad oggi ha registrato in quest’area un incremento del numero di attività pari all’85,6%: a Palermo sono quasi quadruplicate (a Catania sono cresciute del 50%).
A Palermo gli ambulanti nel centro storico sono passati da 212 del 2008 a 819 del 2016, fuori dal centro storico da 693 del 2008 ai 1.917 del 2016. Tra il 2008 e il 2016, a Palermo, le attività al dettaglio con sede fissa nel centro storico sono diminuite del 24,6%, quelle fuori dal centro storico invece sono diminuite del 19,4%. Numeri diversi per le attività legate alla ricettività turistica come alberghi, bar e ristoranti con un +45,1 % nel centro storico e un +8,4% fuori dal centro storico. “Il dato che emerge su Palermo dall’analisi di Confcommercio nazionale è la destrutturazione del commercio in genere – osserva la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio -. Perdiamo imprese nel centro storico e perdiamo imprese anche fuori dal centro storico. La qual cosa porta anche conseguenze negative sul piano occupazionale oltre che sul livello qualitativo dell’offerta. Le aziende e le imprese vanno via dal centro anche per i canoni di locazione che in centro storico sono evidentemente più alti, dunque il commerciante, come l’imprenditore, viene inevitabilmente scoraggiato. La crescita esponenziale del commercio ambulante – prosegue Di Dio – è un importante segnale da leggere con attenzione perché è evidente che siamo in presenza di una insostenibilità da parte di tanti commercianti a mantenere i costi di una sede fissa con utenze varie, maggiori tasse, costo dei dipendenti”.
Esistono gli ambulanti, specialmente quelli dell’ortofrutta e ittici,perche’ dai mercati esce la merce senza fattura e senza controllo.Basterebbe mettere una postazione fissa di vigili o finanza per eliminare il fenomeno.
ci credo Palermo grazie a Leoluca Orlando ci sono solo ambulanti EXTRACOMUNITARI ovviamente ABUSIVI
Ambulanti di merce fuorilegge, taroccata, pericolosa e tutta senza scontrino.
E le forze dell’ordine passeggiano con lo sguardo sul cellulare.
Una cosa insopportabile.
Stesso identico discorso dei posteggiatori abusivi.
Il comune tollera, sa ma non fa nulla per “estirpare” queste piaghe…perchè di piaghe si tratta, si gira beatamente dall’altra parte….abbozza…
Per “lavata di faccia” ogni morte di Papa, i VV.UU. sequestrano tre borse e 4 cover, passano 9 minuti tutto ritorna com’era, com’era, bancarelle montate e VV.UU che passano a 1 metro.
Se tu, povero commerciante regolare, che paga migliaia di euro di tasse e poi affitto e poi luce e acqua e bla bla bla, ti permetti di prendere a calci nel culo uno di questo con i teli bianchi posizionato a 2 metri dal tuo ingresso….Apriti cielo! Razzista, Nazista, Salviniano! Non sei per l’accoglienza e l’integrazione….
Perchè a Madrid non ne trovi in questa quantità? e a Berlino? e a Oslo? a Parigi?.
Perchè dopo il sequestro c’è l’incenerimento della roba, nel giro di 2 ore.
Ritornano? E loro “rinceneriscono”….e via così…..vedrete chi la vince…
Ah! dimenticavo! Inceneriscono anche i container pieni di tonnellate di merce contraffatta….ancor prima venga “dettagliata”.
Ma che titolo e analisi è? Il titolo e l’analisi creano una connessione mistica e indimostrabile tra il commercio ambulante e la chiusura di attività.
È come dire una pianta muore perché ne crescono altre due lì vicino. E la colpa magari è delle nuove piante. E poi tutti questi revanscisti a dare la colpa a non si sa chi in nome dell’impresa e del mercato, magari con gli extracomunitari, che tanto c’entrano sempre, anche quando non c’entrano niente. Come il pane la domenica. Tutti di colore, magari bruciati. I panini, intendo.
Eccola la città che ci ha regalato Orlando. Negozi ed attività commerciali in fuga e non solo dal centro storico che è stato trasformato in una enorme ristorante a cielo aperto dove le bancarelle di cibo da strada e gli ambulanti quasi tutti extra comunitari hanno soppiantato tutto e tutti sotto lo sguardo benevolo del nostro Sindaco. Negli ultimi 5 anni migliaia le attività commerciali in pianta stabile che hanno chiuso i battenti con altrettanti licenziamenti di persone che ci campavano le famiglie. Il tutto nell’indifferenza dell’Amministrazione che parla di ricambio culturale e di patrimonio Unesco quando invece ha ridotto il centro storico ad una movida permanente dove si mangia e si beve a tutte le ore e dove purtroppo gli eventi criminosi si sono moltiplicati grazie anche a pedonalizzazioni chiusure e ztl previste solo per fare cassa e per agevolare il popolo della notte. Ad Orlando non è mai interessato il destino di questi commercianti ed imprenditori costretti a chiudere anche dopo tanti anni di attività, non li ha mai nemmeno convocati, a lui interessa chiudere e consegnare la città ad ambulanti e bancarelle. Altri 5 anni di questa “cura” la nostra città si ridurrà ad un “bazar” ad un “mercatino” permanente.