Borgetto, arrestato per estorsione il boss che scampò a un agguato

Borgetto, arrestato per estorsione il boss che scampò a un agguato

Nel 2008 rimase vittima di una sanguinosa faida
IN PROVINCIA DI PALERMO
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PALERMO – Il boss di Borgetto Nicolò Salto finisce agli arresti domiciliari. I carabinieri del Nucleo investigativo di Monreale lo hanno arrestato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’operaio di una ditta era andato a consegnargli una bombola di gas e Salto, per non pagare la cauzione, gli avrebbe detto di riferire al titolare che doveva mettersi a posto con il pizzo.

L’agguato fallito

Salto, sorvegliato speciale, ha trascorso una grossa fetta della sua vita in cella. In passato era stato protagonista di una faida sanguinosa con i Giambrone. Nell’ottobre 2008 scampò miracolosamente ad un agguato. I killer attesero che rientrasse a casa di sera e gli spararono quattro colpi di calibro 9, due alle schiena e due alle gambe.

Faida per il potere

Dopo l’arresto dei principali esponenti del clan Vitale, a Partinico e dintorni dettava legge l’allora boss latitante di Altofonte Domenico Raccuglia, a cui aveva giurato fedeltà Salto da poco scarcerato dopo una lunga condanna per mafia. Ma a contendergli il controllo del territorio c’erano i mafiosi locali che non volevano ingerenze in casa propria.

Nel 2016 il nuovo arresto. Due anni fa Salto è stato condannato a 18 anni di carcere in appello ma in attesa che venisse depositata la sentenza erano scaduti i termini di custodia cautelare ed era tornato in libertà.


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