"Borsellino migliore assessore |La politica non vuole cambiare" - Live Sicilia

“Borsellino migliore assessore |La politica non vuole cambiare”

D'Alia a Crocetta: "No allo scaricabarile". E sulle Amministrative: "Non ci piace l'atteggiamento del Pd ad Agrigento"

Intervista a D'Alia
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6 min di lettura

PALERMO – Nel momento più caldo della polemica tra i governi nazionale e regionale sul caso Catania, il suo era stato uno dei commenti più duri. Il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia aveva chiesto a Rosario Crocetta di far “ritirare le dimissioni all’assessore Borsellino e collabori con il ministero della salute per accertare negligenze e individuare responsabilità senza grotteschi scaricabarile”.

Onorevole D’Alia, parole molto dure le sue sul caso Nicole. Anche verso il presidente della Regione…

“I fatti che stanno emergendo in generale, compresa l’ultima esperienza del 118, sono raccapriccianti. E secondo me vanno letti anche in profondità. La sanità siciliana pubblica e privata è malata da tempo. È vittima di un blocco di potere che è sempre lo stesso dai tempi di Cuffaro fino a oggi. E mi sembra veramente ridicolo scaricare sulla Borsellino un problema che è politico. La Borsellino è il miglior assessore possibile. E da due anni a questa parte lavora in condizioni di obiettiva difficoltà, perché attorno a lei non si è sviluppata una solidarietà politica tale da non sentirle di cambiare il sistema in profondità, resta sempre quel clima da assalto alla diligenza e produce fatti tragici, o ridicoli, come quelli che sono sulle pagine dei giornali di questi giorni”.

Lei dice che attorno alla Borsellino non si è sviluppata una solidarietà politica. Invece in questi giorni abbiamo visto un coro di solidarietà dopo l’annuncio di dimissioni dell’assessore.

“L’apprezzamento nei confronti della persona è oggettivo. Ma abbiamo manager figli delle stesse logiche degli ultimi 15 anni e un sistema di organizzazione che è lo stesso di 15 anni fa. E falle evidenti nel sistema”.

Sì ma in questi 15 anni di cui lei parla l’Udc è stata sempre o quasi al governo.

“Non la mia Udc. Io rispondo della mia gestione non di quelle altrui. E l’Udc non ha partecipato alla giunta in cui il presidente della Regione ha nominato i dirigenti generali. Anzi, su questo l’Udc ha aperto uno scontro sul metodo e sul merito, e questo è costato la riconferma di uno dei tre assessori dell’Udc”.

Quali sono i mali del sistema da aggredire a suo giudizio?

“Mi chiedo se sia normale ad esempio che un sistema di emergenza e di urgenza non dialoghi su piattaforme digitali e si debba usare invece il telefono per emergenze come quelle della neonata di Catania”.

Ma ci sono poi i problemi relativi alla gestione della sanità.

“Questi si hanno quando non metti l’assessore nelle condizioni di organizzare con efficienza la rete. Qualcuno pensa che la sanità sia un piccolo giardino privato in cui pascolare. Non solo l’assessore non si deve dimettere, ma deve avere tutta la libertà di fare tutto ciò che serve al sistema sanitario siciliano”.

Ma se l’assessore Borsellino non si dimettesse, dopo aver annunciato il passo indietro, tutto questo non avrebbe un po’ il sapore del teatrino della politica?

“Io credo che la Borsellino – questa è la mia impressione leggendo i giornali – abbia da tempo maturato l’idea di non voler proseguire questa esperienza alla Regione, per le ragioni che ho detto prima. Deve essere messa nella condizione di essere autonoma. Posso fare un altro esempio di storture del sistema?”.

Prego.

“A Lipari il servizio di assistenza dei minori che si trovano in condizioni di disagio, sono settanta bambini portatori di handicap, è sospeso. Prima veniva gestito da una cooperativa, poi è stato affidato all’Asp, ma non funziona”.

Senta, tornando alle sue dichiarazioni a caldo dell’altro giorno, chi è che fa “grotteschi scaricabarile”?

“Nel momento in cui si consuma una tragedia come quella di Catania, l’unica cosa che la politica non può fare è scaricare le responsabilità su altri. Perché sennò il sistema non è più credibile, a maggior ragione se c’è qualcuno che intanto si fa prendere con l’elicottero in Sardegna. Il danno per la Regione è irreparabile. E va a scapito di tanti che lavorano bene”.

Ma per capirci, parlava di Crocetta?

“Mi sembra di averlo dichiarato. Non credo che attaccare il ministro e della Salute al di la del merito sia il modo migliore per dare una risposta a quella famiglia. Lo dico senza polemica. Tanto è vero che l’assessore Borsellino ha giustamente dichiarato che sta collaborando con gli ispettori misteriali”.

Lei poco fa dava un giudizio negativo sull’andazzo della Sanità degli ultimi quindici anni. Il suo segretario regionale Giovanni Pistorio, che è stato a lungo assessore regionale alla Sanità con Lombardo, ci resterà male?

“Vale per lui la stessa cosa che ho detto per la Borsellino. Abbiamo avuto assessori alla Sanità di livello: Pistorio, Lagalla, persone che hanno lavorato bene. Il problema è il contesto politico in cui ci si muove”.

Qual è lo stato di salute della maggioranza?

“Mi dispiace dover ripetere cose già dette. Noi abbiamo dato vita al Crocetta tre perché si determinasse una svolta nella politica regionale, concentrando la sua azione su una serie di questioni specifiche. La prima è la riforma delle province, che riguarda in modo più ampio la riforma della pubblica amministrazione in Sicilia. Su questo tema l’assessore Leotta mi sembra che abbia fatto un ottimo lavoro, proponendo all’Assemblea una proposta di sintesi. Ora ci sarà la discussione parlamentare, e un iter che io spero possa essere breve. Per quanto mi riguarda credo sia necessario chiarire che i confini non possano che essere quelli delle nove province esistenti”.

Quindi i Comuni che hanno deliberato diversamente devono rassegnarsi?

“Credo che quelle delibere non siano sufficienti. C’è un altro aspetto della legge su cui intervenire: secondo me i sindaci metropolitani devono essere i sindaci delle città capoluogo. La città metropolitana è una cosa diversa dai liberi consorzi, ha una sua specificità”.

Le Amministrative sono alle porte. Che alleanze farete?

“Io francamente non credo a questi vertici di maggioranza che si fanno con 50 persone e che mi sembrano inconcludenti. Partiamo dal fatto che noi non siamo un partito di centrosinistra, non lo siamo stati e non lo saremo mai. Non ci piace il modo con cui si sta affrontando il tema delle amministrative. Vedo un Pd ossessionato dalle primarie. E non ci piace l’atteggiamento nei nostri confronti ad Agrigento. Abbiamo un candidato di valore che è Firetto, libero di lanciare una candidatura aperta ai movimenti civici. Non comprendiamo il Pd che non ha un candidato alternativo e avrebbe l’occasione per condividere un’esperienza civica, che solo perché non è di proprietà del centrosinistra non viene accolta. Questo ci fa riflettere molto. Da come si svilupperà questa questione dipenderà molto la nostra valutazione dello stato di salute della coalizione”.

Intanto si avvicina una scadenza drammatica, quella per il bilancio. A che punto siamo?

“Dobbiamo ancora vedere numeri. Fin qui abbiamo parlato ma non c’è una carta scritta concreta. Leggiamo dibattiti surreali sulla stampa ma ancora non c’è un numero, un dato, una proposta. Siamo a febbraio e vorremmo vedere qualcosa di concreto”.

 


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