ROMA – “O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti”. Così Sandro Bondi (Pdl).
Interpellati sulle dichiarazioni odierne di Sandro Bondi che, tra le altre cose, ha evocato il rischio di una “guerra civile” dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale le definiscono “dichiarazioni irresponsabili”.
“La richiesta di grazia di ieri è un’irricevibile provocazione, quella di mettere sotto controllo politico la magistratura è altrettanto irricevibile e le parole di questa mattina di Bondi sono al limite dell’eversivo. Abbiamo davanti due scenari: o il Pdl ritorna nell’alveo della normalità democratica, oppure i suoi ministri che hanno minacciato dimissioni siano conseguenti e si dimettano”. Così Stefano Fassina, viceministro dell’Economia ed esponente del Pd, ai microfoni di Sky Tg24.
“Qualcuno chiami un medico per Sandro Bondi che evoca la guerra civile: si tratta di un evidente caso di colpo di sole. Si rintracci lo stesso dottore che calmava Bossi quando parlava di dieci milioni di fucili pronti ad attaccare dalle Alpi”. Lo dichiara Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico.
Bondi, non mi farò chiudere bocca dal Colle – “Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, neppure da un comunicato del Quirinale. E non accetto di essere indicato come un irresponsabile”. Lo afferma Sandro Bondi, replicando alla reazione di “ambienti” del Quirinale alle sue parole sul rischio di “guerra civile” in assenza di una soluzione politica alla vicenda Berlusconi.