Calcio Catania, Russo Morosoli si fa avanti: "Cerco imprenditori forti" - Live Sicilia

Calcio Catania, Russo Morosoli si fa avanti: “Cerco imprenditori forti”

Il patron delle Funivie dell'Etna torna a esporsi per il club etneo.

“Lanciare un appello a tutti gli imprenditori entusiasti di sposare la causa del Catania insieme a me”. È l’intenzione di Francesco Russo Morosoli, l’imprenditore patron delle Funivie dell’Etna, sotto processo per corruzione, che adesso torna a fare parlare di sé. E di nuovo per il Calcio Catania. Il suo nome in relazione ai rossazzurri era già venuto fuori ai tempi dell’investimento di Sigi, quando Russo Morosoli si sarebbe fatto avanti pronto a mettere sul piatto i fondi necessari a rilevare il 51 per cento della società. Non se n’era fatto nulla.

Adesso, dopo che la prima asta è andata deserta e mentre i tifosi attendono con ansia il 4 marzo (data in cui si terrà la seconda asta per la vendita del Calcio Catania, stavolta a 500mila euro), l’imprenditore si fa avanti di nuovo. Pubblicamente. Con una nota nella quale spiega: “Purtroppo solo il 7 febbraio sono stato informato della rinuncia degli investitori milanesi – si legge – Profili coi quali stavamo elaborando un progetto serio e coinvolgente”. A quel punto, sostiene il patron delle Funivie, “riorganizzarsi non è stato semplice”. E non lo è neanche adesso che di tempo “ce n’è davvero poco”.

Dopo questa premessa, arriva l’appello: “Sono disponibile a qualsiasi interlocuzione con imprenditori decisi e felici di esserci”, dichiara. Alla fine del 2021, poco dopo l’ufficialità del fallimento della società rossazzurra, indiscrezioni di stampa avevano attribuito a Russo Morosoli l’intenzione di acquistare il Biancavilla Calcio per rilevarne il titolo sportivo e portarlo nel capoluogo etneo. Una voce smentita categoricamente dal diretto interessato, che aveva ribadito che il Calcio Catania ’46 avrebbe dovuto essere salvato da chi si era assunto la responsabilità di farlo. Cioè Sigi.

“Guardando al passato solo per un momento – ricorda – ho il rammarico che la Sigi nel luglio 2020 non mi abbia dato il 51 per cento. Avevo messo a budget 14 milioni di euro (solo uno in meno della cordata dei quattro imprenditori portati da Tacopina“. E poi aggiunge: visto che quei soldi Sigi non li ha voluti, “questo budget è stato destinato a investimenti importanti nel turismo, alle Gole dell’Alcantara e per il riammodernamento di Funivia dell’Etna”. Il suo core business.

E se è vero, dice Russo Morosoli, che 500mila euro di base d’asta sembrano un piatto di lenticchie, agli occhi dei tifosi, è vero anche che “per l’affiliazione alla Figc ci vuole una fideiussione di 12 milioni di euro, poi bisogna completare l’attuale stagione e in seguito stanziare 6-7 milioni per la successiva. Puntando subito alla serie B“. In altri termini: per acquistare il club di via Magenta servono oltre 20 milioni di euro cash, se non si vuole ritrovarsi punto e a capo. “Ho l’imprescindibile responsabilità di salvaguardare la mia holding, ma questo non mi impedisce di esserci e fare la mia parte. Non sarebbe serio da parte mia comprare da solo il Catania. Per tale ragione chiamo a raccolta le forze produttive della città. Cerco imprenditori forti, decisi, felici di esserci”.

E felici di esserci in fretta, col portafogli aperto e pieno di denaro da sborsare entro il 4 marzo, perché lui da solo non ce la fa. Del resto, ha i suoi impero imprenditoriale da proteggere. Quello per via del quale è finito agli arresti nel 2018 e adesso è sotto processo al tribunale di Catania. L’inchiesta si chiamava Aetna e riguardava non solo la “gestione monopolistica delle escursioni sull’Etna”, ma anche “l’estorsione ai dipendenti dell’emittente Ultima Tv“. L’ambizioso progetto televisivo, focalizzato sul giornalismo, chiuso pochi mesi dopo l’arrivo dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’imprenditore.

Per gli inquirenti, sarebbe esistito una sorta di sistema Russo Morosoli, basato sulla corruzione e la turbativa di appalti pubblici per gli affidamenti “del servizio di trasporti a fini turistici sul versante Nord dell’Etna, dal 2016 al 2018”. Per mantenere la sua Star srl al centro dei servizi sul versante linguaglossese del vulcano, il patron della holding avrebbe elargito ski pass stagionali e preziosi regali ai funzionari infedeli. Dopo una lunga sospensione per via del Covid-19, il processo Aetna è partito a marzo 2021.


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