CATANIA – Antonino Pulvirenti, ex presidente del Calcio Catania è stato rinviato a giudizio. E con lui tutti gli imputati del processo scaturito dalla maxi inchiesta della Digos “I Treni del Gol” e coordinata dal pm Alessandro Sorrentino. La stessa inchiesta che ha fatto sprofondare la squadra rossoazzura in Lega Pro. E’ questa la decisione del Gup Francesca Cercone al termine dell’udienza preliminare. Il processo si aprirà il prossimo 22 novembre davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Catania.
Oltre a Nino Pulvirenti dovranno affrontare il processo Pablo Cosentino, ex ad rossoazzurro, Daniele Delli Carri, ex direttore sportivo della Società di Torre del Grifo, Fernando Arbotti, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Gianluca Impellizzeri. Responsabilità amministrativa per la società calcistica. I reati contestati dalla Procura sono associazione a delinquere e frode sportiva. In particolare, sarebbe stato creato un sistema “truffaldino” che sarebbe servito alla squadra per evitare la retrocessione. Le indagini della Digos scattano per delle presunte minacce ai danni di Nino Pulvirenti: ma una volta avviate le intercettazioni gli inquirenti si rendono conto che i manager del Calcio Catania stavano “oleando” una macchina che doveva servire a “rimanere” nel campionato cadetto e anche a “creare introiti” dalle scommesse sulle partite “pilotate”.
L’inchiesta “I treni del gol” immortala ogni fase della presunta frode messa su dalle ex teste di serie della società calcistica catanese. E dalle indagini viene ricostruito anche una sorta di organigramma. Pulvirenti avrebbe il ruolo di “capo”, Daniele Delli Carri e Piero Di Luzio sarebbero, invece, gli “organizzatori”, Giovanni Impellizzeri (imprenditore nel campo delle scommesse sportive) sarebbe il “finanziatore” delle varie “combine”, Fernando Arbotti, Pablo Cosentino e Fabrizio Milozzi sarebbero stati “partecipi” all’associazione a delinquere che avrebbe avuto “lo scopo di realizzare – scrive il magistrato – una serie indeterminata di delitti di frode in competizioni sportive e di truffe diretti ad influire sul risultato e ad alterare, nel campionato di calcio di serie B, il naturale esito delle partite in cui era impegnato il Calcio Catania con la conseguente vittoria di quest’ultima società”. Le partite sospette – come emerso nel corso della conferenza stampa della scorsa estate – sono 5: Varese – Catania del 2.4.2015 e terminata con il risultato di 0-3; Catania – Trapani dell’11.4.2015 (risultato 4-1); Latina – Catania del 19.4.2015 (risultato finale) 1-2; Catania – Ternana del 24.4.2015 (risultato 2-0); Catania – Livorno del 2.5.2015 e finita con il pareggio di 1-1”. Nel mirino della procura anche il match Catania – Avellino del 29.3.2015 terminato con il risultato di 1-0.
Pulvirenti durante l’interrogatorio di garanzia ha ammesso le sue responsabilità ma ha respinto le accuse sul fenomeno del calcioscommesse. “Il signor Pulvirenti ha ammesso – si leggeva in una nota dei legali dell’ex presidente rossoazzurro – di aver avuto dei contatti con altri soggetti al fine di condizionare il risultato di alcuni incontri, e ciò al fine di salvare dalla retrocessione il Catania. Ha tuttavia manifestato la convinzione – aggiungevano – che tali contatti non abbiano avuto nessuna reale incidenza sull’esito degli incontri in questione”.
Nel decreto di rinvio a giudizio firmato dal Gup Cercone si leggono 58 costituzioni di parte civili. Si tratta di tifosi difesi dagli avvocati Giuseppina Pisani, Elisa Di Mattea, Isabella Altana e Francesco Silluzio oltre a Consitalia, Confconsumatori, Figc, Lega Serie B, Codici Onlus, Codici Sicilia, Società SK 365 Malta Limited e Codacons. “Oggi si è fatto un ulteriore passo avanti affinché i diritti dei consumatori, in questo caso consumatori-spettatori, possano essere tutelati ovunque e in qualsiasi modo avvenga una loro violazione” commenta l’avvocato Carmelo Calì, Presidente di Confconsumatori Sicilia.