Call center, licenziamenti alla 4U |I sindacati chiedono un tavolo istituzionale - Live Sicilia

Call center, licenziamenti alla 4U |I sindacati chiedono un tavolo istituzionale

E' la richiesta congiunta dei sindacati delle telecomunicazioni Slc-Cgil, Fistel-Cuisl, Uilcom-Uil e Ugl Tlc per impedire il licenziamento dei dipendenti del call center. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro al ministero del Lavoro, alla task force regionale per l'occupazione e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

PALERMO. I sindacati delle telecomunicazioni hanno chiesto un incontro urgente al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, alla task force regionale per l’occupazione e al sindaco di Palermo per discutere dei 101 licenziamenti 4U. I sindacati chiedono l’apertura dei tavoli istituzionali per “riportare la vertenza in una logica di assoluta trasparenza con la definizione di un chiaro piano industriale in grado di salvaguardare la tenuta aziendale e i livelli occupazionali”.

Per i 101 dipendenti le procedure di mobilità sono state avviate il 13 giugno. E dalla graduatoria disposta di tutte le unità lavorative, ne sono stati licenziati già 19. Secondo quanto riportato dai sindacati, il call center 4U ha usufruito negli ultimi anni di incentivi nazionali e regionali, quali il progetto INLLA, la Legge 407, la defiscalizzazione degli oneri sociali sulla stabilizzazione prevista dalla circolare Damiano e di agevolazioni per l’assunzione di lavoratori in apprendistato e categorie protette. A questo si aggiungono, negli ultimi anni, bilanci aziendali progressivamente in attivo, fino al 2011. Per questo i sindacati dicono no ai licenziamenti.

“Alla luce delle variabili economiche, degli incentivi pubblici e dei volumi di attività previsti non si giustificano assolutamente i licenziamenti dei lavoratori, i quali potranno beneficiare soltanto dell’indennità di disoccupazione – hanno scritto in una nota i segretari provinciali di Slc-Cgil, Fistel-CuislUilcom-Uil e Ugl Tlc Maurizio Rosso, Francesco Assisi, Giuseppe TumminiaAntonio Vitti – Tra l’altro, risulta da informazioni assunte presso i committenti che non è previsto alcun decremento dei volumi di attività, anzi si prevede un incremento”.

Secondo i sindacati esistono vie di uscita per l’azienda. Per esempio, una pluralità di strumenti di flessibilità agli ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà e cassa integrazione in deroga) che produrrebbero un recupero dei costi per circa 900.000 euro su una presunta sofferenza di 730.000 euro, a cui sono state aggiunte alcune proposte di flessibilità contrattuali incidenti su ferie, permessi e orari di lavoro, e la possibilità di prevedere l’istituto della mobilità volontaria a fronte di un incentivo all’esodo. Ma l’azienda, fanno sapere, va avanti con la sua decisione, “Noi adesso – aggiungono – aspettiamo la convocazione”.


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