Call center, revocato il bando | L'Ars si affida agli "interni" - Live Sicilia

Call center, revocato il bando | L’Ars si affida agli “interni”

Il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone

Il provvedimento consentirà un risparmio di due milioni e mezzo di euro. La gara era stata affidata temporaneamente alla stessa società che fornisce il servizio da alcuni anni. L'Ars ha chiesto un parere all'Avvocatura dello Stato che ha escluso il rischio che l'Assemblea possa pagare un risarcimento per la revoca del bando.

PALERMO- Il Consiglio di presidenza dell’Ars ha revocato l’aggiudicazione provvisoria del servizio di call center del Parlamento. “Il provvedimento, voluto dal presidente Ardizzone, consentirà un risparmio di 2,5 milioni di euro nel triennio”, dice Anthony Barbagallo (Pd), componente del Consiglio di presidenza. Dopo un periodo di proroga, a occuparsi del servizio sarà il personale interno dell’Ars.

La decisione del consiglio di presidenza dell’Ars segue a un parere richiesto all’Avvocatura dello Stato. “Si è richiesto – si legge in un promemoria del Consiglio, nel quale è riassunta un po’ la storia del call center – un parere in merito alla inesistenza di una eventuale responsabilità di natura precontrattuale che la revoca degli atti di gara e la consequenziale non aggiudicazione dell’appalto potrebbe far ricadere in capo all’Assemblea Regionale Siciliana”.

E il parere dell’Avvocatura arriva il 25 febbraio scorso. “Si potrà senz’altro procedere – si legge nel documento in possesso al Consiglio di presidenza – al ritiro di detta aggiudicazione provvisoria e dell’intero procedimento di gara, motivando tale determinazione con la contrazione della dotazione annuale del bilancio di cassa, senza che ciò possa dar luogo ad eventuale responsabilità risarcitorie”. In pratica, l’Avvocatura considera assolutamente legittima la revoca di un appalto, in un periodo di tagli e risparmi che coinvolgono gli altri rami dell’amministrazione dell’Ars.

La gara era stata assegnata provvisoriamente alla Rti composta da “Mediterranea Comunicazioni”, “Nextira One” e “Holden”, Luigi Andrea Manoli. Le società avevano proposto di fornire il servizio a fronte di un corrispettivo di oltre due milioni di euro (2.019.600 euro) per tre anni.

Come raccontato, poco più di un anno fa, da un’inchiesta del mensile “S” e da alcuni servizi su Live Sicilia, come sede del call center era stato individuato un locale di via dei Nebrodi. Quei locali, dove la “Mediterranea Comunicazione” mette a disposizione il personale (12 operatori, più i tecnici, per 17 persone in tutto), sono di proprietà della Three srl. Cos’è la Three srl? Si tratta di una società con un legame forte con l’Assemblea, visto che tra gli amministratori ecco figurare Simona Savona, figlia di Gaetano, dirigente del servizio informatico all’Ars, che è a sua volta socio insieme proprio alla figlia e alla moglie. “Nulla di strano – replicava su S Luigi Manoli – quella era l’offerta più vantaggiosa. E il nostro servizio non si limita al semplice ‘centralino’ ma copre un’ampia gamma di attività”. Ma l’Ars, come detto, ha deciso di tirare la cinghia, anche sulla “bolletta del telefono”. Sarà concessa probabilmente alla società una proroga di tre o quattro mesi, utili per sistemare questioni di natura logistica e per formare tre o quattro dipendenti interni dell’Ars. Del “centralino” del Parlamento più antico d’Europa si occuperanno loro.


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