Caltagirone, lo spettro del secondo dissesto in nove anni - Live Sicilia

Caltagirone, lo spettro del secondo dissesto in nove anni

Il Comune avrebbe accumulato, di nuovo, un monte milionario di debiti.
CONTI IN ROSSO
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CALTAGIRONE – Dissesto 2013, dissesto 2022. A Caltagirone, uno ogni due legislature. Sarebbero nientemeno che 63 i milioni di euro di debiti che il Comune avrebbe collezionato nelle ultime due decadi. Il “miracolofinanziario compiuto da Massimo Giaconia, uomo di spicco della giunta Ioppolo e professionista di alto profilo, era stato osannato anche dalle più prestigiose riviste di economia nazionali. Ma oggi sembra che non si conosca la ricetta per replicarlo. Stando quantomeno ai documenti stilati dal collegio dei revisori dei conti del Comune di Caltagirone che, in uno con il Ragioniere Generale, tracciano un quadro sconfortante delle casse cittadine.

Un déjà vu fatto di crediti di dubbia esigibilità, incapacità cronica di riscuotere i tributi e le tasse e nessuna ricetta concreta per ripianare i debiti. Nel 2013 le carte finirono in procura con un’intera classe dirigente raggiunta da avviso di garanzia per falso in bilancio.

La mala sorte di affrontare un possibile default tocca oggi a Fabio Roccuzzo, sindaco eletto da una coalizione giallorossa che sul primo dissesto, quello del 2013, a Caltagirone aveva alzato le barricate con tanto di occupazione del Consiglio Comunale, per scongiurare quella che all’epoca era stata considerata la strada più infausta da percorrere. Il dissesto causò fra l’altro un blocco degli stipendi dei dipendenti comunali e non solo e numerosi disservizi nella raccolta dei rifiuti solidi urbani che si prolungarono per diversi mesi.

Fabio Roccuzzo, sindaco di Caltagirone: “Ho dovuto prendere atto della bocciatura, da parte del Collegio dei Revisori dei Conti, del consuntivo e del preventivo approvato dalla precedente amministrazione. Ho lavorato per portare in Consiglio Comunale un nuovo consuntivo che ha ottenuto il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti in cui è emerso un disavanzo di 63 milioni di euro. Ho lavorato con tutte le mie forze per arrivare a un piano di riequilibrio pluriennale e finanziario, ho dovuto prendere atto sulla base della relazione del Collegio dei Revisori dei Conti e del Ragioniere Generale che non vi era altra soluzione per il Comune di Caltagirone che approvare il dissesto. Non è una mia responsabilità, non sono numeri che mi appartengono”.

Il centrodestra intanto prende tempo, vuol leggere bene le carte, qualcuno avanza l’ipotesi di errori anche grossolani nella redazione del Bilancio e sarebbe stato chiesto proprio all’ex assessore Giaconia di verificare la qualità del documento evidenziandone eventuali errori e possibili modifiche da porre in essere per scongiurare l’ennesimo default dell’Ente.

All’orizzonte, in una condizione economica generale già complessa, si intravvedono già l’innalzamento al massimo di tutte le aliquote, il taglio ai servizi, anche quelli essenziali e una contrazione degli investimenti in una città che necessità di un restyling complessivo procrastinato per troppo tempo.

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