Caltanissetta, gestivano lo spaccio: in 10 finiscono in carcere - Nomi

Caltanissetta, gestivano lo spaccio: in 10 finiscono in carcere – Nomi

Tra loro c'è chi è accusato di violenti pestaggi ai danni degli acquirenti
LE INDAGINI
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CALTANISSETTA – Blitz antidroga della squadra mobile di Caltanissetta che ha arrestato dieci persone accusate di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Alcuni di loro sono anche accusati di estorsione ai danni di clienti vittime di violenti pestaggi perché non avevano onorato il pagamento della droga; ad altri ancora è stata contestata l’aggravante della disponibilità di un’arma.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, iniziate a febbraio del 2023, hanno permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati che avrebbero rifornito di cocaina decine di acquirenti. La droga veniva consegnata “a domicilio” o nelle vicinanze della fontana del “Tritone” a Caltanissetta, da qui il nome in codice dell’operazione. Durante le indagini, la squadra mobile ha sequestrato oltre 1 kg di cocaina e denaro per oltre 75.000 euro, provento dell’attività di spaccio. La procura della Repubblica di Caltanissetta, che ha coordinato le indagini, ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari l’applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti degli indagati.

I nomi degli arrestati

Gli arrestati sono: Vincenzo Ferrara, 55 anni; Ivan Ferrara, 49 anni; Alessio Maickol Abbate, 29 anni; Francesco Fiandaca, 37 anni; Angelo Sferrazza, 32 anni; Salvatore Mastrosimone, 59 anni; Giuseppe Fiume, 54 anni; Alex Lauria, 21 anni; Eros Toni Castello, 34 anni; Gianluca Giuseppe Raniolo, 43 anni. Sono stati tutti condotti in carcere mentre altre tre persone sono indagate. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsioni. Alcuni degli indagati avrebbero anche estorto del denaro ai clienti che non avevano onorato debiti di droga. Ad alcuni dei presunti appartenenti all’associazione è stata anche contestata l’aggravante della disponibilità di un’arma.

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