Cambi tattici o di casacca: i last minute per le Regionali - Live Sicilia

Cambi tattici o di casacca: i last minute per le Regionali

Movimenti ai piedi dell'Etna.

Qualcuno aveva già stampato i manifesti con ben altro simbolo, altri invece – forse più scafati – hanno resistito fino all’ultimo minuto disponibile prima di metterne uno. La politica del “non si sa mai” in alcuni casi premia, soprattutto chi ha tanto pelo sullo stomaco. Il giorno dopo la lunga maratona della presentazione delle liste alle Regionali riserva bruschi risvegli. Perché è soltanto il giorno dopo che ci sia accorge che alcuni, ritenuti incrollabili sostenitori di una idea, alla fine hanno fatto il salto della quaglia. Quasi da non crederci. O non farci più caso.

Cuffaro vs De Luca

Tant’è che Salvatore Cuffaro non si è trattenuto e si è scagliato contro De Luca: “Quanti Calimenti della politica siciliana, grazie a De Luca, si sono ripuliti! È bella questa cosa, molto bella. Tra i tanti fantastici poteri del nuovo Masaniello in salsa messinese questo di assurgere al di ruolo di lavatrice con il detersivo ‘Ava come lava’ è sicuramente il più redditizio in senso elettorale si intende”. Un’uscita che va riportata per esteso, tanto fa ridere. Dietro però ci sono alcuni fatti.

Le cronache politiche catanesi della scorsa settimana sono state segnate dagli ingressi in zona De Luca di Luigi Bosco e Angelo Villari. Non soltanto due pezzi pregiati del Pd catanese rimasti schiacciati dalla querelle sugli imputati non graditi a Caterina Chinnici, ma anche due che hanno fatto in tempo a militare tra le bandiere rosse del Partito comunista italiano.

Questi sono soltanto i casi più evidenti. Perché le liste di Cateno de Luca (tre soltanto a Catania e nove a Enna) sono piene di personale politico che in questi anni ha raccolto preferenze provenendo dalle esperienze politiche più disparate, da FdI (vedi il caso di Ludovico Balsamo) alla vecchia area autonomista (Santo Primavera e Alfio Barbagallo), passando da FI (vedi il caso Pippo De Luca).

Scudocrociato

Da centro di gravità permanente della politica nazionale, gli eredi dello Scudocrociato faticano a trovare una collocazione duratura. Tornado a Cuffaro, la Dc nuova (che al suo interno candida personale che era stato avvistato in questi anni dentro Forza Italia o addirittura in zona Lega) si è dovuta far carico dell’implosione dell’Udc. Partito che a sua volta è stato impegnato in lungo lavoro di scouting per tentare di chiudere la lista. Missione fallita. Ed alcune macerie sono rimaste sul campo. Il consigliere comunale Agatino Giusti, da poco entrato nell’Udc sulla scorta dell’invito dell’assessore regionale Mimmo Turano, finisce come lui nella Lega di Salvini.

Anche Riccardo Pellegrino, entrato in dialogo recentemente con l’Udc dopo la lunga polemica con Forza Italia sulla scontra dello caso “impresentabili” esploso cinque anni fa proprio sotto le elezioni regionali (il fratello è stato condannato in appello nel processo Ippocampo), sarà candidato nuovamente tra gli azzurri.

Gli ex renziani

Correrà in Forza Italia anche Nicola D’Agostino, uno dei volti simbolo del renzismo siciliano. Anche il giovane Salvo Tomarchio, che in passato aveva espresso simpatie per l’ex premier, è in lista tra gli azzurri. L’altra parte degli ex renziani, quelli vicini al deputato Ars Luca Sammartino, sono invece nella Lega. Fra loro i sindaci Carmelo Corsaro (San Gregorio di Catania) e il ben più a sinistra Santo Caruso (Aci Sant’Antonio).

Sempre centrodestra

Non si candiderà in Lega (nonostante la burrascosa vicenda del congedo dalla giunta Pogliese), Alessandro Porto. L’ex assessore comunale ai Vigili urbani rientra nei ranghi della colomba bianca autonomista, dopo un lungo peregrinare politico che lo ha visto militare anche nel centrosinistra etneo.

Fratelli d’Italia, in ultimo. Sulla scorta dell’intesa con Diventerà Bellissima, il movimento fondato da Nello Musumeci, il partito di Meloni candida il deputato uscente Giuseppe Zitelli. La capolista sarà tuttavia uno dei volti storici del grillismo etneo, divenuta poi capitana della prima grande scissione penstastellata, quella targata Attiva Sicilia, Angela Foti. Che tenterà di agguantare il terzo mandato sotto le insegne della fiamma tricolore.

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