Camera di commercio di Palermo |Albanese: "Evitato il default" - Live Sicilia

Camera di commercio di Palermo |Albanese: “Evitato il default”

Alessandro Albanese

Il presidente: "Il disavanzo è stato ridotto di oltre il 50 per cento rispetto all'anno precedente"

PALERMO – La Camera di Commercio Palermo-Enna ha chiuso il 2018 riducendo il disavanzo di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. “Un risultato operativo – spiega il presidente Alessandro Albanese – che è stato possibile grazie all’impegno costante dell’attuale amministrazione che, nonostante le criticità congiunturali e strutturali, ha lavorato alla messa in sicurezza della continuità dell’ente, non trascurando le altre attività programmatiche e, soprattutto, l’adozione di ogni azione utile alla risoluzione delle problematiche delle Camere siciliane, legate alle criticità di bilancio derivanti dall’improprio onere pensionistico”.

Le Camere dell’Isola sono, infatti, gli unici enti pubblici del panorama nazionale costretti ancora a pagare le pensioni dei propri ex dipendenti caricandone l’onere sul bilancio corrente. Situazione che, unita al taglio del 50% dei diritti camerali deliberato a livello nazionale nel 2014, ha di fatto reso insostenibile la situazione degli stessi enti.

La Camera di Commercio di Palermo ed Enna, che ha in carico 205 pensionati a fronte di 89 dipendenti di ruolo in servizio, al netto degli oneri pensionistici pari a 7,6 milioni di euro, avrebbe prodotto nel 2018 un avanzo di gestione di 5,6 milioni. “È proprio su questo – sottolinea Albanese – che abbiamo lavorato riuscendo ad ottenere due risultati importantissimi: l’autorizzazione alla costituzione, dopo 50 anni, da parte della Regione siciliana che esercita la vigilanza sugli enti camerali, di un unico Fondo pensioni camerali e l’introduzione nella legge finanziaria nazionale (L. 205/2017) di un articolo (comma 784) che prevede la salvaguardia delle camere di commercio in condizioni di predissesto strutturale (e quindi tutti gli enti siciliani), permettendo di aumentare il diritto annuale sino al 50% del valore. Risultati raggiunti grazie al lavoro di consiglio e giunta camerale che hanno condiviso ogni passaggio sin dal principio, nella consapevolezza dell’estrema precarietà economica in cui versava l’ente”.

Precarietà fotografata nel ‘Programma pluriennale di rientro dal deficit strutturale’, approvato all’unanimità il 24 gennaio 2018, nel quale, con grande realismo, sono state previste perdite almeno fino al 2022. Un disavanzo di gestione che già nel consuntivo 2018 la Camera è riuscita a ridurre, chiudendo con un deficit di 2 milioni di euro, contro i 6,4 del 2017 e contro i 3 previsti nel programma quinquennale.

“Quando firmeremo l’accordo con l’Inps il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio nel medio, lungo periodo sarà assicurato. Entro la fine del mese ci sarà intanto un nuovo tavolo tecnico a Roma, in direzione generale dell’Inps – continua Albanese con riferimento ai costi delle pensioni dei dipendenti che oggi sono a carico dell’ente -. Per il presidente “il costante confronto con il ministero dello sviluppo economico ha portato alla presa d’atto e alla condivisione da parte del Ministero della problematica pensionistica siciliana e ha consentito di aprire un tavolo ufficiale con l’Inps. Ogni risultato ottenuto – sottolinea Albanese – è sempre stato frutto di numerose riunioni e confronti tecnici tra i rappresentanti della Camera di commercio, l’Unioncamere, il Ministero e la Regione siciliana, cui va dato il merito di avere assunto una posizione determinante, forte della puntuale conoscenza della situazione economica siciliana e di quella delle camere di commercio dell’Isola”.

Nonostante le evidenti difficoltà, l’attuale governance ha lavorato per centrare i tre primari obiettivi della Cciaa: contrarre al massimo la spesa; assicurare il regolare disimpegno dei servizi; perseguire lo sviluppo economico delle imprese e del territorio. Malgrado le predette difficoltà economiche la Cciaa di Palermo ed Enna – che oggi è la quinta camera d’Italia per dimensioni con oltre 128.000 imprese registrate – a soli 31 mesi dalla sua nascita ha raggiunto importanti obiettivi non solo di bilancio. Ha garantito il regolare pagamento di stipendi e pensioni (compresi 7 mesi di arretrati ereditati dalla estinta camera di Enna) ma, soprattutto ha continuato a fornire tutti i propri servizi senza soluzione di continuità e senza ridurre la customer satisfaction che si è mantenuta sulla media nazionale. Tutti questi risultati sono stati raggiunti anche grazie alla collaborazione e all’impegno del personale dipendente e in una situazione di grave carenza di organico. Attualmente la pianta organica è sotto di 50 addetti. In particolare, la Camera di Commercio, oltre ad assicurare tutti i servizi, ha supportato le imprese con interventi mirati su: innovazione tecnologica, formazione continua per imprenditori e manager, sostegno alla digitalizzazione, avvio di percorsi di formazione digitale e imprenditoriale con Industria 4.0, sostegno per i Neet alla ricerca di prima esperienza imprenditoriale, informazione e supporto per il deposito di pratiche per la registrazione di brevetti e marchi e tutela della proprietà industriale. Sia il Punto Impresa Digitale 4.0 Pid che i progetti di Alternanza Scuola-lavoro hanno avuto grande seguito e riscontro con il raggiungimento di target di assoluto prestigio su media nazionale.

“Ho poco da dire, ma non posso pensare che ci sia un ‘mandante’ nelle dimissioni dalla Camera di Commercio avvenute tutte contemporaneamente, devo prendere per buono quanto ho appreso dalla stampa. Non mi appassiona, invece, mettere in relazione quelle dimissioni dalle altre avvenute contestualmente in Gesap”. Lo ha detto Albanese ai cronisti a proposito delle dimissioni avvenute a fine settembre da parte degli 11 consiglieri camerali eletti da Confcommercio: Daniela Cocco, Antonio Cottone, Alessandro Dagnino, Patrizia Di Dio, Nicola Farruggio, Fabio Gioia, Giovanni Mangano, Salvatore Randazzo, Margherita Tomasello e Gioacchino Vitale. Oltre a Maurizio Prestifilippo che le aveva già rassegnate in precedenza. “Dalla nota dei consiglieri dimissionari abbiamo appreso che si voleva dare un segnale importante, una scossa – spiega Albanese – per contribuire a una presa di coscienza sulla necessità di affrontare in modo diverso le criticità della Camera, ritengo che la scossa si possa dare in tanti modi per aiutare i nostri territori e noi abbiamo dimostrato che è possibile intraprendere un percorso virtuoso”.

(ANSA).


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI