Camorra, Francesco Schiavone torna al 41bis: stop alla collaborazione - Live Sicilia

Camorra, Francesco Schiavone torna al 41bis: stop alla collaborazione

Le rivelazioni del boss dei Casalesi ritenute non utili dalla procura

NAPOLI – Le rivelazioni rese ai magistrati sono state ritenute inutili. Così, al boss dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone, che aveva iniziato a collaborare con la giustizia a marzo scorso, è stato revocato il programma di protezione ed è tornato in carcere al 41bis.

Gli inquirenti hanno deciso di revocare il programma di protezione cui era stato sottoposto, ritenendo che le dichiarazioni finora rilasciate da Schiavone non fossero utili. I pm anticamorra, coordinati dal procuratore Nicola Gratteri, hanno poi chiesto il via libera dal Ministero della Giustizia, che ha disposto per Sandokan il ritorno alla detenzione in regime di 41 bis. 

Schiavone fu arrestato nel 1998, poi condannato all’ergastolo nel maxi processo Spartacus e per diversi omicidi; prima di lui avevano deciso di pentirsi il figlio primogenito Nicola, nel 2018, quindi nel 2021 il secondo figlio Walter. In carcere, invece, Emanuele Libero, scarcerato il 15 aprile e sottoposto a fermo (poi confermato dal gip) il 13 giugno. In carcere anche Carmine, mentre la moglie di Sandokan, Giuseppina Nappa, non è a Casal di Principe.

La notizia del pentimento di ‘Sandokan’ risale al marzo scorso. Si riteneva che le dichiarazioni del 70enne ex boss di Casal di Principe potessero servire a far luce su alcuni misteri irrisolti, come l’uccisione in Brasile nel 1988 del fondatore del clan Antonio Bardellino, o sugli intrecci tra camorra e politica. Invece gli inquirenti non hanno ravvisato elementi di novità o di interesse investigativo nei suoi racconti.


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