CATANIA – Dal suo vocabolario ha cancellato le parole “progetto” e “programma”, al loro posto “principio” e “impegno”, così Filippo Privitera, 31enne, di Camporotondo Etneo scende in campo e si candida per la poltrona fin’ora, e da dieci anni, occupata dal sindaco uscente Antonino Rapisarda. Ed anche se alcune indiscrezioni pare parlino delle candidature del figlio dell’attuale sindaco e del figlio di un altro ex storico sindaco di Camporotondo, ad oggi Privitera è l’unico ad averci messo la faccia. Per le vie della cittadina ai piedi dell’Etna, infatti, con il logo della lista civica Liberi e Forti per Camporotondo, al momento Privitera, di professione assicuratore, è l’unico candidato ufficiale.
Il perché? “Forse perché gli altri hanno paura” risponde a LiveSiciliaCatania. Consigliere comunale dal 2008 nel gruppo di maggioranza, Privitera decide di allontanarsene, spiega, a causa di alcune incongruenze dell’ amministrazione attualmente vigente in merito a molte promesse fatte, ma non mantenute “questo crea sfiducia nei cittadini che meritano azioni concrete e non parole al vento” dice.
“Liberi e Forti per Camporotondo nasce con alcuni principi per noi fondamentali – prosegue Privitera – primo tra tutti dare un segnale di vicinanza ai cittadini che hanno il diritto di avere una città vivibile e sicura. Il problema dei rifiuti, maggiore vigilanza e mantenere le promesse fatte in questi anni saranno i primi punti da trattare”.
Non accettano etichette e non sono interessati ai formalismi, così i giovani della lista Liberi e Forti, composta per lo più da trentenni, non teme le problematiche che potrebbero scaturire in seguito ad una eventuale vittoria alle urne. “Crediamo ciecamente nelle nostre potenzialità e in quelle dei nostri concittadini. Siamo convinti che collaborando potremo aiutarci a vicenda e riuscire a colmare tutte le lacune. Perché non basta sistemare un marciapiede o una rotonda per fare una buona città. Bisogna metterci l’anima e noi siamo qui per farlo”.
E nell’epoca in cui fare i conti con le casse comunali al verde più che un problema pare sia divenuta una normalità, Privitera conclude: “Ho fiducia nel mio territorio. Comporotondo ha dei beni, patrimoni sia architettonici che territoriali, da far invidia a qualunque altro paese. La Zona Artigianale con i suoi 19 capannoni ne è un esempio: sfruttarli, affittandoli o vendendoli, sarà un beneficio per tutta la città”.