Canile, al via la ristrutturazione | Diventerà un presidio veterinario - Live Sicilia

Canile, al via la ristrutturazione | Diventerà un presidio veterinario

Foto d'archivio

Alla consegna dei lavori ha partecipato il sindaco Orlando.

PALERMO – Consegnati i lavori per la ristrutturazione del canile municipale di via Tiro a segno: l’appalto da quasi due milioni di euro per le opere strutturali era stato assegnato nel 2012. Il canile, fino ad oggi rifugio, a lavori terminati diventerà un presidio sanitario veterinario: “Palermo avrà una struttura all’avanguardia per il benessere degli animali – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – questo è certamente un risultato che tutti vogliamo, insieme ad un nuovo canile-rifugio per il quale stiamo lavorando con il comune di Monreale”.

L’avvio dei lavori e la necessità di svuotare lo spazio di via Tiro a segno, da dicembre a oggi, ha scatenato violente proteste da parte delle associazioni animaliste palermitane. Proteste che non sembrano placarsi. A far scattare l’ira degli attivisti, prima l’iniziativa del Comune delle adozioni incentivate (500 euro per chiunque volesse adottare un cane in stallo al canile), poi la decisione di affidare circa trenta cani all’associazione Aivac di Ragusa, associazione che fa capo ad Antonio Capizzi, compagno di Chiara Notaristefano, animalista su cui pendono accuse di maltrattamento di animali. L’affidamento a Capizzi, in un primo tempo bloccato dall’Asp e dall’assessorato regionale all’Ambiente, a causa delle forti proteste degli animalisti, oggi è andato in porto. Così, da qualche giorno sulla gestione dello svuotamento del canile, tra gli animalisti e Gabriele Marchese, il dirigente designato dal Comune per coordinare lo smistamento dei cani, si è innescata una vera e propria guerra di mail e post sui social media, sfociata anche in carte bollate che adesso dovranno essere esaminate dal Tar.

In questo clima Orlando ha festeggiato l’avvio dei lavori di ristrutturazione in via Tiro a Segno: “Si conclude una fase – ha detto il sindaco – che ha visto purtroppo troppe tensioni, spesso scadute in comportamenti di pura e semplice polemica, alimentata dal clima elettorale. Mi auguro che da parte di tutti, associazioni, rappresentanti istituzionali e animalisti vi sia un passo indietro sul piano della polemica ed un passo avanti sul piano del dialogo e della collaborazione”.

Una strada, quella del dialogo, che appare ormai difficilmente percorribile viste le ultime evoluzioni: da sabato scorso la casella e-mail del sindaco, del dirigente Gabriele Marchese e delle principali redazioni è stata invasa da moltissimi messaggi da parte degli animalisti palermitani che hanno dato il via a una campagna di spamming. Gli attivisti accusano Marchese di aver ignorato il blocco di Asp e assessorato all’Ambiente e aver affidato otto cani all’Aivac: “Questi cani prima sono stati affidati ad un regolare canile di Petralia Sottana – afferma Alessandra Musso dell’associazione Lida – da lì sono stati presi dal signor Capizzi e portati a Ragusa. Così come ha sempre voluto Marchese. Questi cani, in tutto questo trambusto, sono però ancora intestati al comune di Palermo. Marchese ha ignorato il blocco imposto dalla Regione”. Che siano stati consegnati otto cani lo conferma lo stesso Antonio Capizzi. Abbiamo anche tentato di contattare il dirigente Marchese ma senza successo.

Il dialogo, a questo punto, fra associazioni e Comune sembra sempre più complicato viste anche le ulteriori accuse che gli animalisti lanciano all’indirizzo del dirigente comunale: “Adesso quasi tutti i cani che erano in via Tiro a segno sono stati trasferiti nella struttura dell’ex mattatoio – continua l’attivista –. Quel luogo non è adeguato e al momento i veterinari dell’Asp stanno verificando la possibilità di un’epidemia di cimurro. Tutto questo comporta che nessun cane randagio può essere accolto in strutture comunali, le segnalazioni dei cittadini vengono ignorate e i cani che stanno male o in difficoltà possono sperare solo in noi volontari. Nello stesso tempo però, dall’ex mattatoio i cani possono uscire e quindi essere affidati nonostante la minaccia del cimurro. Insomma questa storia ormai è una barzelletta”.


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