Caos amministrativo, liti politiche | Per la Seus è sempre emergenza - Live Sicilia

Caos amministrativo, liti politiche | Per la Seus è sempre emergenza

L'azienda che gestisce il servizio 118 non ha ancora un direttore generale, dopo il polemico addio di Angelo Aliquò. Una norma in finanziaria potrebbe riaprire però i concorsi interni e far ripartire la società. Roma permettendo.

Sanità - Il caso
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PALERMO – Quella norma dovrebbe riuscire a rimettere in moto la Seus. L’azienda siciliana che gestisce ambulanze e addetti del 118. Ma su quell’articolo della finanziaria potrebbe allungarsi il rischio di una impugnativa da Roma. Dove ha “traslocato”, non a caso, lo staff di quello che fu l’ufficio del Commissario dello Stato.

Intanto, però, la norma c’è. E potrebbe consentire di aggirare le criticità che avevano portato, ad esempio, alle dimissioni dell’ex direttore generale Angelo Aliquò e anche alle critiche dell’assessore alla Sanità Lucia Borsellino. In pratica, nella società, composta da oltre 3 mila dipendenti, mancavano le “figure intermedie”. Dirigenti o funzionari col compito di gestire “macroaree”, di far funzionare l’azienda, insomma.

A dire il vero, queste figure esistevano. Frutto delle cosiddette “progressioni verticali” che avevano portato una trentina di lavoratori a una promozione. Una decisione, quella presa dall’allora dirigenza di Seus (siamo nel 2010) che ha portato pochi mesi fa alla condanna di quegli stessi dirigenti. La Procura della Corte dei conti ha contestato il danno erariale perché quelle promozioni sarebbero state disposte senza concorsi e in violazione del divieto legale di assunzione previsto dalla normativa regionale per il contenimento della spesa pubblica nelle società regionali.

Ma adesso, quelle progressioni potrebbero essere riproposte. Almeno, questo è lo spirito contenuto in un articolo dell’ultima legge di stabilità. “La società Seus – si legge infatti – al fine di garantire il servizio di emergenza-urgenza 118 su tutto il territorio della Regione ed in relazione alle esigenze di professionalità specifiche nel settore di riferimento, può attingere prioritariamente dalle altre società partecipate; ove tali professionalità non siano reperibili nelle altre società partecipate, – prosegue la norma – le stesse saranno reclutate attraverso procedure di selezione pubblica di professionalità presenti nella stessa società. Per le sole figure dirigenziali la Seus può attingere dalle aziende sanitarie, anche in posizione di comando”. Insomma, la società dovrà prima attingere al bacino dei lavoratori delle altre aziende regionali. Ma se non si trovassero in quel caso le professionalità richieste, potrà procedere appunto con i “concorsi interni”. Esattamente la procedura che ha portato alla condanna dei vecchi vertici della Seus.

Si tratterebbe, però, di una procedure che potrebbe rimettere in moto l’azienda. Non a caso, i motivi dell’addio del “vecchio” dirigente Angelo Aliquò, fedelissimo prima dell’ex assessore Massimo Russo, poi dell’attuale responsabile in giunta della Sanità siciliana Lucia Borsellino, erano legati proprio all’impossibilità di far ricorso a queste figure. Una condizione che rendeva “ingovernabile” l’azienda, secondo il manager. Ma anche secondo la Cgil: “L’azienda – ha attaccato il sindacato – si occupa di emergenza-urgenza in un contesto sanitario regionale fragile ed inadeguato, con problemi legati all’assenza di quadri intermedi, ad un parco ambulanze obsoleto, a difficoltà organizzative, all’assenza di trasparenza e di confronto sindacale”. Nelle ultime settimane, si è assistito, denuncia il sindacato, “ad un gioco al massacro che si consuma in danno dei cittadini siciliani. Dica il governo i motivi per i quali ancora oggi il 118 siciliano è senza direttore generale. Non vorremmo che dietro ci sia qualche oscura manovra o qualche interesse”. La dichiarazione, a dire il vero, è un po’ datata. Ma tutto sommato ancora attuale. Visto che, dall’addio di Aliquò, non si è riusciti a scegliere il nuovo direttore generale di Seus.

L’arrivo del manager già vicino a Massimo Russo e poi a Lucia Borsellino, infatti, fu “osteggiato” dalle strutture interne dell’azienda. In particolare da burocrati vicini al presidente della Regione Rosario Crocetta. È il caso ad esempio dell’attuale capo di gabinetto del governatore, Giulio Guagliano, che alla fine deciderà di dimettersi dal consiglio di gestione. Poco male. Perché a guidare l’organismo che si occupa dell’amministrazione della società è Gaetano Montalbano, anche lui vicino al presidente della Regione, visto che è anche componente dell’ufficio di gabinetto di Crocetta e militante del Megafono. Ma manca il direttore. La figura che ha il compito di guidare la “macchina” di Seus. Una macchina senza “dirigenti”. Che presto potrebbero arrivare, però. Grazie a quella norma prevista in Finanziaria. Roma permettendo.


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