Carcere minorile di Catania, "Puntare sul recupero" - Live Sicilia

Carcere minorile, le aggressioni e l’emergenza: “Puntare sul recupero”

Le tensioni nell'Istituto Bicocca e le parole di Antigone Sicilia

CATANIA – Incendi, tensioni, aggressioni al personale. All’estate nera delle carceri italiane, in cui continuano gli allarmi per le condizioni di vita, si unisce anche l’Istituto penale minorile di Catania Bicocca, in cui da giorni i sindacati di Polizia penitenziaria denunciano aggressioni e un clima di tensione crescente.

Se però proprio i sindacati di Polizia penitenziaria come il Sappe chiedono che siano garantiti ordine e disciplina nell’Ipm Bicocca, sostenendo che senza di essi “i tanto decantati progetti rieducativi sono fallimentari”, per il presidente dell’associazione Antigone Sicilia il problema delle tensioni nel carcere minorile si risolve “ragionando sul processo generale del recupero e non sulla detenzione”.

Gli incidenti

Nell’ultima settimana il sindacato Sappe ha denunciato quattro casi di aggressioni o di violenze all’interno dell’Istituto penale minorile di Catania. La settimana scorsa un detenuto ha aggredito un assistente capo e il comandante, che hanno ricevuto sette giorni di prognosi ciascuno.

Lunedì 29 luglio, un detenuto ha bruciato suppellettili all’interno della sua cella, causando un incendio. Un caso non nuovo all’interno del carcere catanese. L’intervento della Polizia penitenziaria ha evitato che le fiamme si diffondessero in altre celle e che il fumo avvelenasse gli altri detenuti e il personale.

Martedì 30 luglio nella cella di un detenuto sono state trovate e sequestrate due pen drive. Il detenuto si è scagliato contro un assistente capo della polizia penitenziaria, che ha ricevuto anche in questo caso sette giorni di prognosi.

Mercoledì 31 luglio c’è stata una rissa tra due gruppi diversi di detenuti, magrebini e italiani. Un assistente capo, intervenuto per calmare la situazione è stato aggredito. Anche questa volta, l’agente di Polizia penitenziaria ha ricevuto una prognosi di sette giorni.

L’Istituto penale minorile di Catania

L’Ipm di Catania Bicocca è una delle quattro carceri per minori in Sicilia. Si trova nello stesso complesso penitenziario in cui si trova la casa circondariale e alcune aule bunker del Tribunale. L’associazione Antigone, che difende i diritti e le garanzie delle persone coinvolte nel sistema penale, ha pubblicato un rapporto sulle carceri minorili, “Prospettive minori”, da cui è possibile farsi un’idea del numero di persone detenute nell’istituto, anche se non aggiornato al mese di luglio 2024.

Al momento della visita di Antigone, si legge nel rapporto, nel carcere minorile di Bicocca erano presenti 24 ragazzi, di cui 15 minorenni e 9 maggiorenni, su un numero di posti complessivi nell’istituto pari a 54. Negli ultimi anni si sarebbero superate raramente le 30 presenze.

Di 24 detenuti, 12 erano in attesa di giudizio, 3 di appello e 9 erano condannati in via definitiva. Una proporzione che si avvicina a quella nazionale: negli Ipm italiani infatti più della metà delle persone, il 65 per cento, è detenuta senza una condanna definitiva. “La crescita delle presenze negli ultimi 12 mesi – si legge nel rapporto di Antigone – è fatta dunque quasi interamente di ragazze e ragazzi in misura cautelare”.

A causa di tensioni tra ragazzi di diversi gruppi ed etnie è capitato spesso, si legge ancora nel rapporto, che ci fossero disagi e proteste che in alcuni casi sono sfociate nell’incendio delle stanze. Al momento della visita di Antigone a Catania, si legge, “6/7 stanze erano inagibili per incendi”.

Sempre secondo il rapporto di Antigone, al momento della visita erano detenuti 10 ragazzi stranieri su un totale di 24. A parte due ragazzi di etnia Rom, gli altri erano minori non accompagnati provenienti dal Marocco, dalla Tunisia e dall’Egitto.

Le misure cautelari e le tensioni

A commentare la situazione generale dell’Ipm di Catania è Giorgio Bisagna, avvocato e presidente di Antigone Sicilia: “Il problema è di sistema. Dopo che il decreto Caivano ha ampliato la possibilità di custodia cautelare in carcere anche per i minorenni, che prima era residuale, c’è un problema di sovraffollamento che non si è mai verificato negli Ipm italiani”.

Il problema delle tensioni tra gruppi etnici è reale, dice Bisagna: “La popolazione minorile è composta in gran numero da stranieri, anche in svantaggio: spesso sono minori non accompagnati e si crea una situazione di gruppi contrapposti. La soluzione dell’amminsitrazione penitenziaria, il trasferimento, spesso crea altrettanti problemi e tensioni, cambiando equilibri e creando logiche di clan”.

Di fronte ai problemi delle carceri minorili, Bisagna sottolinea l’esigenza di puntare più sul recupero che sulla detenzione: “Non è possibile risolvere i problemi solo in chiave repressiva o con gli aumenti di personale, che pure vanno affrontati. Il problema si affronta dando davvero attuazione al sistema di giustizia minorile, riconducendo tutto nell’alveo costituzionale e delle norme di riferimento. Sia per la giustizia minorile che per quella ordinaria”.


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