Carcinoma al retto |Come contrastarlo - Live Sicilia

Carcinoma al retto |Come contrastarlo

Grazie all’approccio multidisciplinare è oggi possibile contrastare il carcinoma colo-rettale in tutte le sue fas.

il convegno
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CATANIA – Con più di 600.000 morti all’anno nel mondo, il tumore al retto rappresenta la quarta forma più comune di cancro, soprattutto nei paesi occidentali. Questa patologia ha da sempre sollevato questioni di grande rilevanza riguardo soprattutto la resezione conservativa della funzione, in modo da evitare colostomie permanenti. Questi e altri argomenti sono stati dibattuti al convegno “Il carcinoma del retto”, organizzato da Humanitas Centro Catanese di Oncologia, presieduto dal Sebastiano Mongiovì, chirurgo oncologo, e da Maurizio Chiarenza, Responsabile degenza di oncologia medica. Durante il convegno è intervenuto anche Massimo Buscema, Presidente dell’Ordine dei Medici di Catania.

Prevenzione e screening genetico. La prevenzione rappresenta sempre l’alleato migliore per evitare qualsiasi forma di malattia, così come sempre maggiori sono le attenzioni sui familiari che abbiano avuto dei precedenti: la componente ereditaria rappresenta per il tumore al colon-retto un fattore di trasmissione decisivo. Per questo è fondamentale lo screening genetico per diagnosticare quanto più precocemente possibile qualsiasi forma anche lieve di patologia, che sarà più facilmente trattabile se individuata precocemente. Un aspetto altrettanto importante riguarda le abitudini alimentari e lo stile di vita: un’alimentazione con pochi grassi e poca carne e ricca invece di fibre, vegetali e frutta (unita ad uno stile di vita sano e che comprenda attività fisica) è sicuramente un valido sostegno nel prevenire il tumore.

Un approccio integrato per risultati migliori. Oggi, le terapie farmacologiche sempre più mirate e le tecniche chirurgiche sempre più avanzate, permettono di ottenere un trattamento multidisciplinare integrato in grado di aumentare la sopravvivenza e offrire ai pazienti qualità di vita migliori: particolarmente rilevante è l’apporto di una terapia preoperatoria combinata radio e chemioterapica, protesa a consentire sempre più una chirurgia che conservi la funzione e riduca la percentuale di recidive locali.

Farmacologia e terapie intelligenti. Le terapie cosiddette ‘intelligenti’, che utilizzano cioè farmaci biologici, stanno ricoprendo un ruolo sempre più importante nei casi metastatici e spesso riescono a ridurre le lesioni ripetitive, consegnando al chirurgo pazienti inizialmente non operabili: “L’obiettivo principale – spiega Chiarenza – è riuscire a colpire il bersaglio specifico responsabile della neoplasia senza provocare effetti collaterali a 360 gradi. Lo scopo fondamentale è quindi ottenere sempre maggiori risposte migliorando la qualità di vita dei pazienti”. Grazie all’azione antiangiogenetica, alcuni farmaci biologici inducono carenza di ossigeno nella neoplasia e ricostruiscono un sistema vascolare che favorisce il trattamento chemioterapico, potenziandone l’effetto. L’oncologia medica già da qualche tempo guarda con sempre maggior interesse ai farmaci biologici e “il vero miglioramento – chiarisce Chiarenza – si otterrà quando riusciremo ad assicurare al paziente le migliori condizioni per intervenire chirurgicamente e garantendo dunque un maggiore tasso di sopravvivenza e delle migliori condizioni di vita, sia funzionali che psicologiche”.

Le nuove frontiere della chirurgia. Anche i progressi in ambito chirurgico stanno ricoprendo un ruolo fondamentale nella lotta contro il tumore. In particolare, il trattamento chirurgico permette di ridurre notevolmente la ricomparsa del carcinoma: questo è reso possibile grazie ai continui sviluppi della conoscenza anatomica e dai progressi degli studi anatomo-patologici: “Grazie all’asportazione del mesoretto, struttura cellulo-adiposa che avvolge il retto – spiega il  Mongiovì – è possibile ridurre la recidiva, perché vengono asportati tutti i linfonodi loco-regionali”. Un altro fattore positivo riguarda la possibilità di effettuare una chirurgia conservativa eseguendo anastomosi sempre più basse, riducendo quindi le colostomie definitive.

L’Unità di chirurgia addominale di Humanitas Centro Catanese di Oncologia garantisce un’alta percentuale di intervento conservativo. Gli studi di anatomia patologica permettono inoltre di ridurre la distanza del margine di resezione: “In passato erano necessari almeno 5cm di margine indenne – chiarisce il Mongiovì – adesso è sufficiente 1cm per effettuare interventi di chirurgia conservativa, assicurando ai pazienti qualità di vita sicuramente migliori”.

 


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