Carini, 'fatture false': sequestro da un milione per una società

Carini, ‘fatture false’: sequestro da un milione per una società

Nel mirino un'impresa di trasporti. La replica: "Pronti a chiarire ogni dubbio"

PALERMO – L’inchiesta è partita da una verifica fiscale di routine. Spulciando i bilanci di una società di trasporti i finanzieri del Comando provinciale di Palermo si sarebbero accorti di un giro di fatture false. E così hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per un milione di euro emesso dal giudice per le indagini preliminari Rosario Di Gioia su richiesta della Procura della Repubblica.

Il valore di un milione corrisponde al profitto dei reati tributari contestati.

“Fatture false per 5 milioni”

Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria si sono concentrate sulla Randazzo srl con sede in via padre Francesco Randazzo a Carini. Sono indagati Giovanni e Salvatore Randazzo di 83 e 50 anni, padre e figlio. Il giro di fatture false riscontrato negli anni 2015 e 2016 ammonterebbe ad oltre 5 milioni di euro.

“Rapporti fittizi con una cooperativa”

I militari hanno approfondito i rapporti commerciali con una cooperativa – la Futura srl di Carini, cessata nel 2017 – alla quale erano stati affidati i servizi di ritiro, trasporto e consegna pacchi per conto terzi. Sarebbero stati stipulati contratti di appalto simulati per giustificare le prestazioni fornite da lavoratori che di fatto erano veri e propri dipendenti della società di trasporti. Per i presunti reati fiscali della Futura sono indagati Giuseppe Cacciatore, 47 anni di Ficarazzi, Luigi Mezzatesta, 47 anni di Bagheria e Francesco Guerrera, 43 anni. I

“La coop faceva solo buste paga”

L’unico rischio d’impresa assunto dalla cooperativa, infatti, sarebbe stato quello del governo “formale” del rapporto di lavoro dipendente (costituito essenzialmente dalla busta paga) poiché, di fatto, la gestione “effettiva” del personale, della logistica e dei mezzi tecnici era tutta a carico della Randazzo srl.

Quest’ultima avrebbe così abbattuto il reddito imponibile contabilizzando costi fittizi, detraendo l’Iva
e concentrando sulla cooperativa tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali.

I due amministratori sono stati segnalati alla Procura per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

“Aiutare chi rispetta la legge”

“L’odierna operazione eseguita dalla guardia di finanza, in stretto coordinamento con la Procura di Palermo – spiegano dal Comando provinciale – si inserisce nel quadro delle linee strategiche volte a rafforzare l’azione di contrasto ai contesti di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità e a garantire il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose”.

L’obiettivo è “assicurare l’effettivo recupero delle somme provento delle condotte illecite e tutelare le imprese che operano nel rispetto della legge, soprattutto nell’attuale fase di congiuntura economica negativa causata dalla pandemia in atto”.

La replica

Ecco la nota di replica di Salvatore Randazzo: “In ordine alle notizie diffuse questa mattina dalla stampa, la società Randazzo srl, consapevole della legalità del proprio operato lungo il corso della sua trentennale attività, è certa che potrà chiarire all’Autorità Giudiziaria la vicenda che la vede ingiustamente
coinvolta. La Società confida nell’operato delle Istituzioni e ha già provveduto ad avviare un
canale di comunicazione con gli Inquirenti per sgomberare ogni dubbio di illiceità dei fatti
contestati, continuando ad operare sul mercato fiera della propria reputazione”.


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