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Matteo, Totuccio sono…

La corrispondenza fra Messina Denaro e Lo Piccolo
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Fra i “pizzini” sequestrati al covo di Giardinello, dove sono stati arrestati i Lo Piccolo, gli inquirenti hanno trovato prove di una corrispondenza diretta fra il padrino di Palermo e quello di Trapani. Nello specifico, una lettera datata 28 ottobre 2007 (pochi giorni prima della cattura), scritta da Salvatore Lo Piccolo e indirizzata proprio a Matteo Messina Denaro.

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Inizia con l’ormai classico preambolo di provenzaniana memoria: “Mio carissimo con immensa gioia ti confermo che ho appena ricevuto la tua missiva e con la stessa gioia – e di verissimo cuore – spero che la qui presente di trovarti bene e in buonissima forma, insieme a tutti i tuoi – così lo stesso dico di noi tutti. Dunque anche noi siamo contentissimi di sentirti – sappi che hai degli amici sinceri! Di cui ti vogliamo io e mio figlio un bene immenso! Quindi puoi usare questa stessa stradache hai utilizzato”.
Questo tratto evidenzia come Lo Piccolo si rivolgesse a Messina Denaro con deferenza. Questione di “pedigree”. Il “barone” di Palermo, infatti, nasce come autista di Saro Riccobono, boss di San Lorenzo, una delle famiglie ‘perdenti’ della seconda guerra di mafia. Inoltre, in calce alle affettuosità profuse, Lo Piccolo indica anche di continuare a usare lo stesso canale (o messaggero) per le comunicazioni fra loro.

Dopo l’introduzione, Lo Piccolo passa agli affari: “Per quanto riguarda Pizzimenti – sento quanto mi dici – poi considerara già la cosa risolta – perché con il Pizzimenti non ci sono problemi – quindi fammi sapere come dobbiamo chiuderla. Attendo”; “per il lavoro messo a posto alla Marinella  – ora chiedo se hanno ultimato i lavori e ti farò sapere”. In pratica Lo Piccolo risponde a una lettera precedente in cui, probabilmente, Messina Denaro aveva chiesto informazioni su una ditta (Pizzimenti) e su un lavoro nel quartiere della Marinella, alla periferia di Palermo.

Poi, in calce alla lettera, Lo Piccolo rivela un retroscena. “Non era mio genero in vacanza – anche perché non ho figlie femmine ma miei parenti e paesani di cui ci tengo tanto!”. Secondo le indagini il riferimento è a una vacanza che gente vicina ai Lo Piccolo avrebbe trascorso in località Tre Fontane, a Campobello di Mazara. Nel codice mafioso, la parola “paesano” sta, infatti, a indicare gente dello stesso quartiere/mandamento, così come “parente” sta a indicare che sono della stessa “famiglia”. Secondo le indagini si tratterebbe di Domenico Serio, presunto uomo dei Lo Piccolo, e il periodo è l’agosto del 2007.

Andando avanti nella lettura si scopre un altro personaggio-chiave. “Di sicuro gli avrà piaciuto la vacanza dalle tue parti, come non possono piacere quei posti lì – si lo so che erano in contatto con un caro amico”. Un “caro amico” che ritorno più avanti: “Probabilmente, forse lo incontrerò a questo amico tuo – che era in contatto – ed è stato pure assieme in carcere con uno di questi miei parenti”. Il riferimento, secondo gli inquirenti, è a Franco Luppino (lo “zio Franco”) che ha passato in carcere un periodo di reclusione con Nunzio Serio. Secondo l’accusa lo “zio Franco” e Francesco Indelicato si sarebbero prodigati per trovare un luogo sicuro per le vacanze degli amici di Palermo.


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