PALERMO – Valorizzare l’agricoltura, puntando su metodi digitali, favorendo il credito e l’esportazione dei prodotti “made in Sicily”. Questo, il programma per l’agricoltura siciliana dell’assessore Dario Cartabellotta. Che annuncia un “trasloco” per i dipendenti dell’assessorato.
Iniziamo con la spending review. I quattro edifici che ospitano gli uffici dell’assessorato verranno incorporati?
“Puntiamo ad un’ottimizzazione delle risorse, oggi abbiamo il personale dislocato in quattro sedi, due delle quali sono in affitto. L’immobile di viale Regione siciliana sta per essere acquistato e li andranno i dipendenti che finora sono stati divisi fra via Libertà e via degli Emiri. Tutto questo comporterà un risparmio di un milione e quattrocentomila euro annui”.
Ci sono novità in merito alla chiusura dell’Arsea?
“Stiamo andando verso il potenziamento degli sportelli Agea sul territorio siciliano. La settimana prossima avremo qualche elemento in più. La chiusura dell’Arsea dovrebbe essere inserito all’interno del bilancio”.
Affrontando il tema degli interventi del governo regionale in agricoltura. In che modo è possibile valorizzare i prodotti cosiddetti “made in Sicily”?
“Chiariamo che devono essere prodotti nati in Sicilia, siano essi grano, carne, vino o olio. Rappresentano le eccellenze agroalimentari ma devono avere le radici qui. Troppo spesso si è speculato con il made in Italy, spacciando per tali prodotti con materie prime provenienti dall’estero, per esempio la pasta fatta con il grano ucraino”.
L’esportazione dei prodotti siciliani può fare da volano all’economia regionale?
“Il prodotto col marchio Sicilia piace molto, l’ho sperimentato personalmente da direttore dell’Istituto Vite e Vino. Abbiamo registrato diversi prodotti, che sono sinonimo di garanzia e qualità. Proprio il vino può rappresentare il cavallo che fa da traino agli altri prodotti, in questo modo l’eccellenza siciliana può crescere ed essere esportata”.
Una problematica fondamentale è invece l’accesso al credito. Quali soluzioni possono mettere in campo?
“Il settore è fortemente mortificato dalle politiche del credito. Oggi c’è bisogno di credito di conduzione per portare avanti l’azienda agricola nelle sue quotidiane esigenze. Soprattutto la necessità è il sostegno ai giovani, sono più di 1.700 nell’Isola, che si sentono dire dalle banche che non credono nei loro business plan. Per questo stiamo studiando un meccanismo che permetta agli agricoltori di avere uno strumento di credito, al di fuori della logica che finora ha accompagnato le finanziarie”.
In tema di digitalizzazione sono in cantiere delle novità?
“L’agenda digitale è uno strumento che consente l’attuazione delle norme sulla trasparenza, è all’ordine del giorno dell’assessorato. All’Istituto Vite e vino, siamo passati da certificazioni che richiedevano almeno sei mesi di tempo, ad un lasso temporale inferiore ai venti giorno. L’utente fa richiesta via mail, viene prelevato un campione e poi tutto il resto della procedura è online. Tutto ciò porta risparmio di tempo e un nuovo slancio competitivo”.
Il presidente Crocetta ha lanciato l’allarme sui fondi europei. Anche per l’agricoltura c’è un rischio serio?
“Abbiamo un fondo specifico per il settore agricolo, ovvero il piano di sviluppo rurale. E’ già stato tagliato il traguardo del 50 per cento: su due miliardi di euro a disposizione, già uno è stato erogato. Ne rimane un altro fortemente legato ad azioni sul territorio, per esempio le energie rinnovabili, che possano consentire tramite piccoli impianti alle aziende, in particolar modo dell’entroterra, una riduzione dei costi di produzione”.