PALERMO – Avrebbero intascato i soldi dei ristori destinati agli imprenditori colpiti dall’emergenza Covid presentando una documentazione falsa. La Procura di Palermo ha disposto due sequestri nei confronti di altrettanti titolari di distributori di benzina.
Il lavoro dei finanzieri del Comando provinciale di Palermo è solo all’inizio. Ci sono tante altre pratiche finiti sotto osservazione. I due casi finora emersi non sarebbero isolati, ma la spia di un fenomeno dai numeri importanti. Il sistema basato sulle auto certificazioni avrebbe prestato il fianco a chi fatto carte false.
Sarebbe accaduto con Alessio Amico, 30 anni, e Davide Montagna, di 32. Al primo sono stati sequestrati poco più di 34 mila dei quasi 69 mila ricevuti dallo Stato. Per Montagna il sequestro riguarda l’intera somma ottenuta, di poco superiore a 55 mila euro. Non avrebbe avuto diritto ad alcun aiuto poiché il suo fatturato aveva superato i cinque milioni di euro.
Il sequestro, già convalidato dal giudice per le indagini preliminari, è stato chiesto d’urgenza dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giorgia Spiri e Giacomo Brandini per evitare che il denaro andasse disperso. I due imprenditori sono stati denunciati per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
Con il “decreto rilancio” dello scorso maggio, dopo i durissimi mesi di lockdown, il governo Conte ha stabilito di aiutare con contributi a fondo perduto coloro che hanno subito i danni maggiori dal punto di vista economico.
Gli imprenditori dovevano presentare, per via telematica, un’istanza all’Agenzia delle Entrate, con l’indicazione della sussistenza dei requisiti, tra i quali quello di aver conseguito, nel 2019, ricavi inferiori a 5 milioni di euro. Il ristoro viene poi calcolato applicando una percentuale sulla differenza tra i fatturati di aprile 2019 e aprile 2020, a condizione che la contrazione sia comunque superiore ai due terzi.
I due indagati avrebbero indicato nella domanda un fatturato 10 volte inferiore rispetto a quello effettivo.
Il lavoro gruppo Tutela entrate del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo va avanti. La Procura e il comando generale della Finanza stanno estendendo i controlli “per assicurare soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria ed economica con cui si sta misurando il nostro Paese – spiega il colonnello Gianluca Angelini – la tutela degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole”.
L’imperativo è stanare i furbi per aiutare chi ha davvero bisogno e sono in tanti in un Paese che arranca. Ci sono imprenditori alla canna del gas che diventano preda facile di estorsori e usurai. Non c’è settore che non stia attraversando un periodo buio.
Molti imprenditori e commercianti non apriranno più le loro attività. Sono mesi che Livesicilia racconta la crisi economica, che non risparmia nessuno o quasi: titolari di pub, ludoteche, agenzie di viaggi, ristoratori, albergatori. E si tratta purtroppo di una rassegna limitata di chi sta affrontando una crisi senza precedenti. Una crisi dove il buco è enorme e le risorse messe a disposizione per tapparlo sono scarse.