CATANIA – Una vicenda destinata a tenere ancora banco, quella che da giorni investe la figura della giudice Iolanda Apostolico. Tant’è che sarà la procura di Catania, o molto più probabilmente quella di Messina, a far luce sull’origine del video che ha infiammato la polemica politica sulla magistrata etnea che per prima ha disapplicato il decreto Cutro, non confermando il trattenimento di quattro migranti nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Pozzallo.
Lo scontro politico
Da lì lo scontro muscolare che non accenna a placarsi, nonostante l’invito dell’arcivescovo di Catania di mettere fine al coro degli ultras e lasciare spazio alle ragioni del diritto. E poi – come detto – c’è il video della discordia. Nelle immagini si vede Apostolico partecipare attivamente alla manifestazione pro migranti al porto di Catania durante la crisi della nave Diciotti, nell’estate 2018. Una presenza ritenuta inopportuna dal centrodestra e che ha portato la Lega a chiedere le dimissioni della magistrata. Le forze progressiste, denunciando una presunta operazione di dossieraggio, chiedono invece chiarimenti per sapere chi ha girato il filmato e come sia finito nelle mani del ministro Matteo Salvini.
Sul caso, tuttavia, come ha confermato anche ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi da Reggio Calabria, il governo intende tenere il punto.
Il caso nelle mani dei pm siciliani
La certezza che a occuparsene saranno i pm siciliani viene dalla decisione della procura di Roma di spogliarsi dell’esposto presentato dal leader dei Verdi Angelo Bonelli, in cui si ipotizza la violazione del segreto d’ufficio da parte di un pubblico ufficiale. Dal nuovo procuratore generale di Catania Carmelo Zuccaro arriva intanto un altolà al clima da caccia alle streghe che si è scatenato contro Apostolico. Parole che sembrano anche una difesa della magistrata. “Qualunque linciaggio è sempre da deprecare”, ha detto rispondendo ai giornalisti.
Il video e la magistrata
Ma sul contenuto video Zuccaro resta abbottonato: “Non posso anticipare dei giudizi”. I pm romani dunque trasmetteranno le carte per competenza ai colleghi siciliani, dopo che un carabiniere si è attribuito la paternità del filmato – riferendo di averlo girato con il proprio telefonino e condiviso in una chat con amici e colleghi – e i suoi superiori hanno segnalato il caso alla procura catanese.
La denuncia di Bonelli finirà in un fascicolo aperto a modello 45, ossia senza indagati e ipotesi di reato e poi sarà inviata. Difficile però che l’inchiesta possa radicarsi alla procura di Catania. La ragione è che la giudice Apostolico potrebbe essere una potenziale parte lesa e in questa ipotesi gli atti dovrebbero essere necessariamente girati a Messina, sede competente a giudicare i procedimenti che riguardano i magistrati catanesi.
L’autore del video
Sul carabiniere al momento non sarebbe stato aperto nemmeno un procedimento disciplinare, a quanto trapela dagli ambienti del’Arma, che valuterà se procedere nei suoi confronti solo all’esito dell’eventuale esercizio dell’azione penale. Intanto, il Sim Carabinieri, il sindacato dei militari dell’Arma, ha chiesto che il collega non diventi il “capro espiatorio” dell’intera faccenda, assicurandogli copertura legale.
Altri chiarimenti sull’origine del video sono attesi dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: mercoledì prossimo risponderà al question time alla Camera, in Commissione Affari costituzionali. Mentre la maggioranza aspetta che sia il guardasigilli Carlo Nordio a pronunciarsi sulla richiesta di inviare gli ispettori alla procura di Catania, oggetto di più interrogazioni annunciate nei giorni scorsi.