Crocetta incontra gli alleati | Il Pdr chiede un nuovo governo - Live Sicilia

Crocetta incontra gli alleati | Il Pdr chiede un nuovo governo

Colloqui notturni, lunghi faccia a faccia. Il governatore cerca di "misurare la temperatura" della sua maggioranza e di sfruttare la settimana offerta dal rinvio della mozione ai suoi assessori. Ma adesso sono in tanti a chiedere di voltare pagina. E in fretta. Martedì vertice di coalizione.

PALERMO – Una serata fitta di colloqui. Per rinsaldare il patto con quelli che fin qui sono stati i suoi alleati più stretti all’Ars. E che nelle ultime settimane avevano manifestato segnali di insofferenza. Rosario Crocetta ha guadagnato una settimana per tentare di incollare i cocci della sua maggioranza a pezzi. Dopo il rinvio deciso ieri all’Ars del voto su vicepresidenza e mozioni di censura, il governatore si ritrova sette giorni di tempo per far sbollire gli animi e riaprire un dialogo con la sua maggioranza, come da più parti gli era stato chiesto. Ma adesso sono in tanti a chiedere al presidente di voltare pagina. Un nuovo governo. Da mettere in piedi presto, prestissimo. Prima che si torni ad affrontare il tema delle mozioni.

Ieri sera Crocetta, dopo un incontro con i capigruppo di maggioranza in cui è emersa la volontà di convocare un vertice per la prossima settimana, ha cominciato da Articolo 4 e Moderati. Il presidente ha incontrato il gruppo di Lino Leanza e Luca Sammartino in un hotel palermitano. Una chiacchierata di un’ora e mezza in cui si sono passate in rassegna alcune “incomprensioni” sul cammino recente del governo. Un chiarimento che avrà un seguito la settimana prossima, quando probabilmente si entrerà anche nel merito della faccenda mozione di censura, che ieri non è stata toccata. Non è un segreto che dentro Articolo 4 ci siano spinte verso il voto di censura a Nelli Scilabra, mentre altri nel gruppo sarebbero orientati a “salvare” l’assessore. “Ci deve essere una maggioranza politica e un percorso comune”, hanno ribadito a Crocetta gli esponenti del movimento di Leanza. “Si è trattato – ha commentato il capogruppo Luca Sammartino – di un incontro interlocutorio nel corso del quale abbiamo provato a discutere dei problemi di questa maggioranza. Ma ci rivedremo nei prossimi giorni per entrare nel dettaglio delle questioni”. A dire il vero, l’incontro di ieri sera è durato oltre tre ore.

Nel frattempo, in un ristorante di Mondello, i rappresentanti dei Moderati, alla presenza del leader Totò Cardinale, facevano il punto sulla situazione politica e attendevano fino a tardissima serata l’arrivo del governatore. Ma il confronto interno al Pdr ha portata alla stesura di un documento che prova a sgombrare il campo dai dubbi sorti in seguito ad alcune polemiche recenti. Dalla gaffe di Crocetta su Pippo Gianni, per nulla gradita dagli uomini di totò Cardinale, passando ai nemmeno tanto velati attacchi del presidente della commissione Lavoro all’Ars Marcello Greco nei confronti dell’assessore Scilabra.

Alla fine dell’incontro, quindi, i Moderati hanno deciso “di rinnovare la propria fiducia al governatore Crocetta ed alla sua giunta in coerenza con la linea di seria e leale collaborazione sin qui mantenuta”. Il gruppo, però, “ravvisa, tuttavia, – si legge in una nota  a firma del capogruppo Beppe Picciolo e del portavoce regionale Michele Cimino – la necessità di continuare lungo il cammino tracciato con più forze sia in Assemblea che nei confronti della società e dell’economia isolana. Per queste ragioni si ritiene fondamentale rilanciare un nuovo governo che guardi ad un patto per lo sviluppo che coinvolga i sindacati, le forze produttive, il mondo della cultura e della scuola, oltre che le forze politiche presenti nel parlamento regionale al fine di esercitare un più forte potere contrattuale anche nei confronti del governo nazionale chiamandolo ad aiutarci a risolvere i gravosi problemi delle finanze regionali”.

Per queste ragioni, i Moderati chiedono “l’apertura di un tavolo politico di lavoro al quale chiamare tutti i soggetti interessati alle loro reciproche responsabilità politiche ed istituzionali, nella considerazione che questo difficile ed importante lavoro sarà facilitato dalla presa di coscienza che si chiude una fase che abbiamo giudicato molto importante della vita politica siciliana, per aprirne una nuova, progettuale e costruttiva, grazie alla quale il presidente Crocetta non mancherà certo di offrire la propria disponibilità a lavorare per ritrovare una vera unità all’interno del gruppo Pd dell’Ars e di tutta la sua maggioranza”.

Non manca poi un passaggio sulle censure agli assessori: “Le mozioni di censura in discussione non possono rappresentare un’arma di contrattazione politica tra il governo e la sua maggioranza, ma rappresentano invece, a nostro giudizio, uno sprone per un definitivo chiarimento, antecedente a qualsiasi dibattito d’Aula, tra le varie anime che sostengono questa esperienza di governo la cui azione politica, alle condizioni odierne, non può rischiare di divenire sterile ed affannosa”.

Insomma, un nuovo governo. Che passi da un nuovo confronto nella coalizione. Il vertice di maggioranza dovrebbe tenersi martedì. Si attende di conoscere tra l’altro la disponibilità del segretario del Pd Fausto Raciti. Ieri nel Pd c’è stato un accenno di disgelo, o per lo meno di riapertura del dialogo. In via Principe di Belmonte si sono fatti vedere seduti a un tavolino il capogruppo Baldo Gucciardi, Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici. Le uscite di Lupo e di Faraone sul caso Scilabra hanno riavvicinato almeno su questo limitato fronte le due anime del partito. Ma si fa sempre più insistente il pressing degli alleati affinché il governatore Rosario Crocetta risolva il “caso Scilabra” prima della discussione all’Ars della mozione di censura. Un pezzo della maggioranza sarebbe disponibile “a salvare” Nelli Scilabra purché il governatore compia passi di distensione “chiari e netti”.

E per risolvere il “caso”, sarebbero diverse le proposte avanzate da esponenti della maggioranza: dalla rimozione della Scilabra affidandole altri incarichi al cambio di delega. Senza dimenticare la posizione espressa dal deputato nazionale Davide Faraone: “Nelli è brava e coraggiosa, ma la sua presenza crea una frattura insanabile. Se può servire per trovare l’unità, Crocetta le chieda di fare un passo indietro e la sottragga a questa guerra tra bande”. Anche se ieri il governatore ha tuonato: “Nelli non si tocca”.

Ma c’è anche chi suggerisce un nuovo rimpasto per la formazione di una giunta con una evidente impronta politica: in questo scenario Scilabra potrebbe rimanere nell’esecutivo ma non in quota Pd bensì in quota Crocetta, col governatore che manterrebbe per sé la delega alla Formazione o indicherebbe un nuovo assessore di fiducia per portare avanti i suoi piani rivoluzionari del settore. Tutte ipotesi che, però, si scontrano, al momento, con l’intransigente posizione del governatore, che fa del “caso Scilabra” una questione di principio.

Nella maggioranza, però, cresce la consapevolezza che il quadro politico potrebbe ulteriormente peggiorare se Scilabra fosse “censurata” dal voto dell’aula e Crocetta decidesse comunque di andare avanti confermando l’assessore. “In questo caso, attorno alla Scilabra si creerebbe terra bruciata”, sostiene un esponente del Pd, secondo cui la riforma della formazione potrebbe finire nelle sabbie mobili delle commissioni parlamentari, così come tutti gli atti dell’assessore. E’ già partito il nuovo rimpasto.


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