PALERMO – L’interdizione più pesante arriva per Giacomo Sampieri. L’ex commissario di Villa Sofia dovrà restare lontano dal posto di lavoro per un anno. Ad un mese dall’arresto del primario della Chirurgia plastica, il giudice per le indagini preliminari Giovanni Francolini accoglie le richieste della Procura per gli altri tre indagati.
Sei mesi ciascuno di interdizione sono stati inflitti invece, all’ex direttore sanitario Maria Concetta Martorana e a Damiano Mazzarese, primario del reparto di Rianimazione e per alcuni mesi responsabile delle Chirurgie dell’ospedale palermitano.
Sono stati il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Luca Battinieri a chiedere l’allontanamento dal lavoro degli indagati per garantire le esigenze cautelari in un’inchiesta ancora in divenire. Tutti e tre erano stati raggiunti da un avviso di garanzia nel marzo scorso, quando i carabinieri del Nas fecero irruzione nella struttura sanitaria.
È il pericolo di reiterazione del reato che, si legge nell’ordinanza, che ha fatto scattare i provvedimenti cautelari. Il presupposto, secondo il giudice, è rappresentato dal fatto che i tre indagati ricoprono incarichi nel settore sanitario: Sampieri è tornato a lavorare come dirigente all’Asp 6 di Palermo, la Martorana è direttrice sanitaria degli “Ospedali riuniti di Marsala”, mentre Mazzarese è direttore dell’Unità complessa di Anestesia e rianimazione di Villa Sofia.
“Giacomo Sampieri ha dimostrato di essere del tutto incurante del pubblico interesse – si legge nell’ordinanza – impedendo che un procedimento disciplinare (quello a carico di Matteo Tutino ndr) già attivato non venisse esitato”. Alle accuse replica l’avvocato Vincenzo Lo Re: “Intanto è bene precisare che il numero degli interventi eseguiti dal dottore Tutino, e su cui Sampieri non avrebbe vigilato, è sceso da undici a tre. Contiamo di dimostrare l’estraneità anche per questi ultimi, sulla base del principio che, qualora si trattasse davvero di interventi irregolari, un direttore generale non può certo sapere cosa accade nelle sale operatorie”.