Cassa integrazione in deroga| Raggiunto l'accordo in Sicilia - Live Sicilia

Cassa integrazione in deroga| Raggiunto l’accordo in Sicilia

Circa 150mila lavoratori interessati.

Coronavirus
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PALERMO  – Governo regionale e parti sociali hanno raggiunto l’accordo per la cassa integrazione in deroga per i lavoratori colpiti dalla riduzione o dal fermo delle attività in conseguenza dell’emergenza sanitaria Covid-19. L’accordo, molto atteso, permette di sbloccare le procedure che riguarderanno decine di migliaia di dipendenti in Sicilia.

LE REAZIONI

Il provvedimento, in applicazione del decreto “Cura Italia”, riguarda nell’isola 250 mila lavoratori di tutti i settori e di tutte le tipologie contrattuali, anche quelle “atipiche” e i lavoratori degli appalti. L’accordo prevede anche un percorso per garantire l’accelerazione dei pagamenti da parte dell’Inps. “Si stima- dice Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, tra i firmatari dell’intesa, – che nell’immediato le domande delle aziende saranno 40 mila per circa 150 mila lavoratori interessati. Si tratta di una misura di sostegno al reddito importante- sottolinea il segretario della Cgil- in questo momento difficile. L’inevitabile acuirsi della crisi – sottolinea- ci lascia comunque prevedere la crescita delle domande e del fabbisogno economico, attualmente attestato a 300 milioni. Il fondo del ‘Cura Italia’- conclude- dovrà quindi necessariamente essere implementato e anche il governo regionale dovrà fare la sua parte con l’utilizzo a questo fine dei fondi di coesione residui”.

Claudio Barone, segretario Uil Sicilia commenta: “Oggi è impossibile quantificare il numero delle richieste di accesso a questo strumento e sapere se i fondi saranno sufficienti. È invece certo che gli uffici della Regione devono attrezzarsi per procedere con celerità e massima efficienza onde evitare ulteriori ritardi. Non sappiamo stimare se le risorse per la Sicilia saranno sufficienti, ed è giusto chiederne altre, ma certo dobbiamo cominciare a spendere subito e bene quelle già destinate. Per questo il confronto è fondamentale”. E il leader della Uil continua: “La Uil vigilerà affinché ci sia la massima sollecitudine verso imprese e lavoratori. Importante, infine, che nel provvedimento siano stati inseriti nuovi settori come pesca, edilizia e commercio”.

Sebastiano Cappuccio, leader della Cisl siciliana aggiunge: “La cassa integrazione in deroga sarà concessa a tutti i dipendenti in forza alla data del 23 febbraio 2020, con qualunque tipologia contrattuale”. Dopo la consultazione con le sigle sindacali, le domande dovranno essere inviate dal datore di lavoro al Centro per l’impiego competente e per via telematica all’Inps”.

Nicola Scaglione, segretario della Cisal Sicilia, sottolinea: “La firma dell’accordo sulla Cassa integrazione in deroga per i lavoratori siciliani è una buona notizia per migliaia di persone, ma è solo il primo passo: i 108,1 milioni di euro, frutto della ripartizione nazionale, basteranno a coprire solo una parte della domanda prevista, pari a circa 250 mila dipendenti. Per salvaguardare tutte le aziende della nostra Regione, infatti, ci vorranno almeno altri 300 milioni di euro. Grazie alla sensibilità e all’impegno dell’assessore regionale Antonio Scavone abbiamo raggiunto un’intesa snella e di facile applicazione, che consentirà di tutelare migliaia di famiglie in un momento di grave emergenza per l’economia. La Sicilia però non può essere lasciata sola: servono nuovi interventi da Roma”.

“Con grande senso di responsabilità abbiamo sottoscritto l’accordo quadro che mette in copertura una platea di oltre 200 mila lavoratori soggetti a sospensione o riduzione dell’attivita produttiva a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid19 di molteplici settore compreso agricoli e pescatori”. A dichiararlo è Giuseppe Messina, Segretario Ugl Sicilia. Adesso la parola passa al dipartimento regionale lavoro con i 9 Centri per l’impiego della Sicilia per i decreti di concessione ed all’Inps per il pagamento. “Abbiamo già chiesto tempi celeri e rapidi perché i numeri sono importanti e l’emergenza impone a tutti di fare la propria parte senza speculazioni o pessime prassi. Come Ugl – conclude Messina – ringraziamo l’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone, il dirigente generale del dipartimento Lavoro Gianni Vindigni, Davide Messina dell’Anpal Servizi e il direttore dell’Inps regionale Maria Sandra Petrotta per il grande supporto tecnico e auspichiamo che il governo regionale, nella sua collegialità decida di potenziare la struttura del dipartimento regionale Lavoro con una “unità di crisi Covid19″ un gruppo dedito l’istruttoria ed emanazione dei decreti perché non c’è tempo da perdere e la Sicilia va messa in sicurezza non solo sull’emergenza sanitaria ma anche su quella economica”.

“Un accordo di equità sociale che garantisce a tutti i lavoratori le stesse opportunità”. Così Sicindustria e Confindustria Catania definiscono l’intesa raggiunta con le organizzazioni sindacali sulla cassa integrazione in deroga per i lavoratori siciliani. “Con grande spirito di collaborazione e responsabilità – affermano Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, e Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania – si è raggiunto un accordo che mira a tutelare un sistema economico in piena crisi, cercando di salvare aziende e posti di lavoro. Per questo non possiamo che esprimere soddisfazione per l’intesa raggiunta con i sindacati e per il ruolo attivo e propositivo svolto dall’assessorato regionale al lavoro, guidato da Antonio Scavone”.

“Il provvedimento, in applicazione del decreto “Cura Italia” – affermano il presidente della Cna Sicilia Nello Battiato e il segretario Piero Giglione, tra i firmatari dell’intesa – troverà immediato riscontro tra le aziende, operanti nei diversi settori, la cui applicazione consentirà di alleggerire il peso della retribuzione durante questa drammatica crisi, e comunque fino ad un massimo di 9 settimane. Rispetto alla disponibilità del fondo, siamo convinti che l’attuale capienza quasi certamente non riuscirà soddisfare tutte le richieste. Ecco perché faremo a pieno la nostra parte – assicurano – affinché il fondo venga adeguatamente e opportunamente incrementato e anche la Regione metta in campo i propri strumenti per mettere a disposizione tutte le misure a sostegno dell’economia e del tessuto produttivo siciliano nel segno dell’efficienza e della tempestività”.

Ma c’è anche chi si chiama fuori e fa sentire la sua voce critica come Confimprese Sicilia che non ha firmato l’intesa.

L’INTESA

L’accordo è stato raggiunto dopo alcuni incontri propedeutici effettuati nei giorni scorsi, al termine di una riunione, in videoconferenza, convocata dall’assessore regionale del Lavoro, Antonio Scavone con l’Inps, l’Anpal e i rappresentanti delle forze sociali, datoriali, del mondo delle professioni e del terzo settore più rappresentative.

«Un risultato soddisfacente – ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – che permette, grazie a procedure più semplificate e concertate con tutti gli interessati, di accelerare la corresponsione di un sostegno al reddito ai lavoratori sospesi e a rischio di espulsione dai processi produttivi a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Tra le novità più significative l’accesso alla Cassa integrazione degli operatori del Terzo settore».

I datori di lavoro che hanno sospeso la propria attività potranno richiedere trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga per la durata della sospensione del rapporto di lavoro. A beneficiare del sussidio i lavoratori subordinati – anche i pescatori delle acque interne – esclusi i dirigenti e i lavoratori domestici. Il trattamento di Cigd, limitatamente ai lavoratori del settore agricolo per le ore di riduzione o sospensione delle attività, è equiparato a lavoro ai fini del calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola. Limitatamente ai lavoratori del settore pesca si farà riferimento alle ore non lavorate o alle giornate di mancata pesca. I periodi per i quali verrà richiesto il trattamento in deroga potranno essere anche non continuativi.

«Il trattamento può essere riconosciuto – spiega l’assessore Scavone – per un massimo di nove settimane, a decorrere dal 23 febbraio e limitatamente ai dipendenti già in forza a quella data . Eventuali maggiori periodi dovranno essere autorizzati dal governo nazionale».

 

 

 

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