CASTIGLIONE DI SICILIA – Due gare d’appalto, pubblicate a un anno di distanza l’una dall’altra. La prima revocata in autotutela, la seconda aggiudicata, ma con qualche difficoltà legata alla firma dei contratti. Le escursioni fino a quota 3000, sull’Etna, non sembrano trovare pace.
Com’è ovvio, sul vulcano attivo più alto d’Europa, patrimonio dell’Unesco per la sua bellezza, il business principale si riassume in una sola parola: turismo. E alle imprese fa gola. Lo sanno bene i componenti del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica della prefettura di Catania, che stamattina si riuniranno proprio nel municipio castiglionese.
Per questo mettiamo in fila tutto quello che è accaduto prima e dopo lo scioglimento per mafia di Castiglione di Sicilia, per comprendere con cosa si troveranno a lavorare i commissari prefettizi che hanno il compito di reggere l’amministrazione.
L’accesso ai crateri sommitali
I Comuni che possono vantare l’accesso alle zone sommitali siedono su una metaforica miniera di pietra lavica e oro. È il caso di Castiglione di Sicilia, che condivide con il Comune di Linguaglossa la proprietà della pista altomontana che da piano Provenzana porta ai crateri sommitali. Da una parte (nel territorio di Linguaglossa) si entra, dall’altra (nel territorio di Castiglione) si esce, sulla vetta della montagna. Un affare che, crollato il monopolio delle società riconducibili alla famiglia Russo Morosoli, da qualche anno si è aperto alla concorrenza e a un regime autorizzatorio. Basato sui permessi da concedere alle aziende private, dopo bandi pubblici, per solcare la strada più ambita dell’Etna.
Dal project alle autorizzazioni
Se a Linguaglossa il sistema delle autorizzazioni va avanti ormai da anni, lo stesso non può dirsi per Castiglione di Sicilia. Dove il percorso delle gare d’appalto è stato, quantomeno, frastagliato. Per ricostruirlo, dopo il caos provocato dall’inchiesta Aetna della procura di Catania (era il 2018) su un presunto sistema di “inquinamento” delle aggiudicazioni delle escursioni, bisogna partire dal project financing Etna Alcantara Mobility: una proposta da 23 milioni di euro che aveva come principale ispiratore Concetto Bellia, ex presidente del Gal Etna Alcantara, ex sindaco di Castiglione ed ex presidente del Parco dell’Etna. In quel grande progetto, che prevedeva una cabinovia sul versante Nord dell’Etna e investimenti milionari, inizialmente credono sia il Comune di Castiglione sia quello di Linguaglossa.
Il piano, poi, finisce per essere prima azzoppato dalle osservazioni critiche del municipio linguaglossese e poi abortito per via del passaggio al regime autorizzatorio, con licenze di lungo periodo, per la pista altomontana. Mentre Linguaglossa va avanti, Castiglione ci mette un po’ a mettersi in pari. Ad aprile 2022, dopo mesi fatti anche di atti amministrativi annullati in autotutela e protocolli d’intesa con Linguaglossa e il Parco dell’Etna, il Comune dà inizio alla procedura di gara. In ballo ci sono otto concessioni della durata di nove anni e del valore stimato di 720mila euro. Scadenza per la presentazione delle offerte: il 24 maggio 2022.
La prima gara d’appalto
Il primo inghippo spunta qui: per aggiudicare l’appalto viene usata una piattaforma di supporto per le procedure telematiche degli enti locali. La gara di Castiglione dà la possibilità alle aziende di tentare di aggiudicarsi un massimo di tre licenze, quindi fino a tre lotti. Ma il sistema online permette il caricamento di una sola offerta. Come fare a risolvere il problema lo spiega, rispondendo a un quesito della stazione appaltante (cioè del Comune di Castiglione), la stessa piattaforma: basta caricare, all’interno della cartella zip contenente l’offerta, le tre proposte in file separati.
Il giorno prima della scadenza della gara, il 23 maggio 2022, arriva un’offerta. Quella della Maicor srl (mandataria di un consorzio in fase di costituzione). Lo stesso giorno, il municipio castiglionese stabilisce che i chiarimenti della piattaforma non sono sufficienti: se non si possono fare offerte plurime, è meglio sospendere i termini e aspettare che il problema tecnico venga risolto. Dalla sospensione di maggio si arriva, a novembre, all’annullamento della gara d’appalto. È tutto da rifare.
La seconda gara d’appalto
E tutto si rifà. A gennaio 2023, mettendo a bando sette licenze anziché otto. La Maicor srl ha fatto ricorso al Tar contro il silenzio sull’aggiudicazione della gara precedente, quella annullata. Il Tribunale amministrativo regionale di Catania si esprimerà solo a maggio 2023, rigettando il ricorso. Ma nel frattempo la nuova gara è stata fatta. Base d’asta, stavolta, 630mila euro, e scadenza 6 marzo 2023.
Si arriva a giugno 2023 per avere i nomi delle società che si aggidicano la possibilità di portare i turisti fino a quota tremila: tre licenze se le aggiudica la Etna Travel Service, due la cooperativa Etnalcantara, una la coop Gold service e l’ultima la Stae srl. Il rup della gara (lo stesso della gara precedente), l’ingegnere Salvatore Leotta, nella determina di affidamento scrive che è necessario affidare subito le escursioni, in attesa che si compiano le verifiche di legge. “Dato l’inizio della stagione estiva e al fine di non pregiudicare l’interesse pubblico alla promozione turistica del territorio correlato alla natura della prestazione offerta”. In altri termini: bisogna correre, perché l’estate è arrivata e i turisti pure.
Il ricorso della Stae srl
La Stae srl, però, non ci sta. Anche perché ha chiesto due autorizzazioni e gliene è stata concessa una soltanto. L’11 agosto 2023 anche questa azienda fa ricorso al Tar, lamentando una serie di irregolarità nelle procedure. Nell’attesa che il tribunale si esprima, si ferma di nuovo tutto e le escursioni restano al palo per un’altra estate. Il 23 novembre 2023 i giudici amministrativi si esprimono di nuovo: il ricorso in parte è inammissibile e per il resto è respinto.
Bisogna aspettare, però, il 31 gennaio 2024 perché alle aziende che si sono aggiudicate la gara venga comunicata la data per la stipula del contratto. È il 20 febbraio 2024. Per quella data bisogna presentare i contratti di lavoro firmati con il personale coinvolto nell’espletamento dell’appalto, i contratti di compravendita degli immobili, il pagamento del primo anno del canone di concessione e una serie di altri documenti: tutto questo, entro mercoledì 14 febbraio. Due giorni dopo questa ennesima scadenza, il 16 febbraio 2024, il rup Leotta comunica che c’è un nuovo slittamento: la firma del contratto è fissata per il 27 febbraio, e i documenti servono entro il 21.
Le auto che prendono fuoco
Il 27 febbraio, però, stando a quanto appreso da LiveSicilia, non tutte le aziende si presentano. Ne manca una. Il contratto novennale viene firmato da chi c’è e ha le carte in regola. Quella sera, poco dopo la firma, vengono incendiate le automobili di Alfio Conti e di sua moglie, Virginia Imbesi. Conti è il titolare della cooperativa Etnalcantara, che si è aggiudicata due licenze e che già lavora da tempo sulla parte di pista altomontana di proprietà del Comune di Linguaglossa. Le vetture sono parcheggiate a una decina di metri di distanza l’una dall’altra, fuori dall’abitazione della coppia. Vengono trovate tracce di liquido infiammabile sui cofani.
Il fatto sembra dovere destare scalpore. L’indomani, il Comune di Castiglione di Sicilia si sveglia intontito quasi come quando, a maggio 2023, il municipio era stato sciolto per il pericolo di infiltrazioni mafiose. Gli ex amministratori sono stati dichiarati tutti candidabili dal tribunale civile di Catania, proprio pochi giorni fa. Resta in sospeso la decisione sull’ex sindaco Antonio Camarda. Anche la macchina del primo cittadino, durante suo primo mandato, a gennaio 2020, aveva preso fuoco: era successo in pieno centro, proprio di fronte al palazzo del municipio.