Castiglione, le auto incendiate e il bando delle escursioni sull'Etna - Live Sicilia

Castiglione, le auto incendiate e il bando delle escursioni sull’Etna

"In molti ce l'hanno con me", dice l'imprenditore

CASTIGLIONE DI SICILIA – Tante forze dell’ordine in giro per il paese e residenti preoccupati. A Castiglione di Sicilia, racconta chi ci vive, il clima di queste ore è di nuovo quello dei giorni dello scioglimento dell’amministrazione comunale per mafia. L’incendio alle auto dell’imprenditore Alfio Conti e di sua moglie Virginia Imbesi sembra avere stordito una comunità. E portato all’attenzione di tutti, anche fuori dal paese, un tema di cui da tempo non si parlava più: le escursioni sull’Etna e le autorizzazioni per il trasporto dei turisti in quota. Il grande business del vulcano, terra di conquista sul versante Nord.

I fatti e il contesto

“Ero rientrato a casa da pochissimo quando ho sentito suonare l’allarme della macchina“, racconta a LiveSicilia.it Alfio Conti. Lui è un volto noto a Castiglione di Sicilia: ex consigliere comunale, eletto nel 2012, è anche un grande oppositore della vecchia giunta. Quella cioè guidata dal sindaco Antonio Camarda, la cui amministrazione è rimasta coinvolta nello scioglimento per infiltrazioni mafiose del municipio.

Una posizione, quella di contrasto alla passata amministrazione, condivisa anche dalla moglie di Conti: Imbesi, infatti, è stata assessora designata della lista civica che, alle elezioni amministrative 2022, ha sfidato l’amministrazione all’epoca uscente: la lista era rimasta con un pugno di mosche in mano e aveva ottenuto solo circa il 35 per cento delle preferenze.

Attivismo politico a parte, è il lavoro di Conti quello su cui i fari dei più sembrano essere puntati: la sua società, la cooperativa Etnalcantara, si è aggiudicata due delle licenze novennali per l’accesso alla pista altomontana Etna Nord, di proprietà per metà del Comune di Castiglione di Sicilia, per l’altra della vicina Linguaglossa. Si tratta della strada che da piano Provenzana porta ai crateri sommitali: poterla percorrere significa potere trasportare grandi quantità di turisti che affollano il vulcano attivo più alto d’Europa e patrimonio dell’Unesco.

La gara per la pista altomontana

La gara d’appalto è stata bandita dal municipio di Castiglione a gennaio 2023, con scadenza a marzo dello stesso anno. L’aggiudicazione provvisoria a quattro ditte è datata giugno dello scorso anno. Ma il contratto non è stato firmato fino al 27 febbraio 2024. Nel pomeriggio. Poche ore prima che le automobili della famiglia Conti (una Land Rover e un suv Peugeot) venissero date alle fiamme.

“Nel procedimento della gara c’era stato qualche intoppo, legato ai ricorsi amministrativi di una delle partecipanti – spiega Alfio Conti a questa testata – Da novembre, però, non c’erano più ostacoli e attendevamo il momento della firma del contratto”. Finiti i passaggi burocratici negli uffici tecnici municipali, Conti torna a casa col documento in tasca e due licenze per il trasporto sull’Etna per la durata di nove anni. Un mestiere che lui già conosce: alcuni anni fa si è aggiudicato alcune delle autorizzazioni messe a bando, con maggiore tempestività, dal Comune di Linguaglossa.

Del resto, proprio Conti era stato tra chi si era opposti al “regime concessorio”, quello che affidava la gestione delle escursioni a quota 3000 a una sola azienda: ai tempi, prima che l’inchiesta Aetna della procura di Catania facesse saltare il banco, era il gruppo Russo Morosoli. Un monopolio, secondo l’Antitrust, che adesso a Etna Nord appartiene al passato.

“Le candeline sulla torta”

“Io non so se è una coincidenza il fatto che proprio quella sera siano stati stipulati i contratti novennali – spiega Conti – Così come non so se, in realtà, qualcuno abbia tentato di togliersi un sassolino per altre questioni”. Lui, del resto, si definisce “un rompiballe, di sicuro”: “Parlo spesso di appalti sottosoglia, di capitolati che non vengono rispettati… C’è chi quasi chi mi dà la colpa dell’arrivo dei commissari – prosegue – I motivi per cui diverse persone possono avercela con me sono tanti”.

“E forse, se qualcuno ce l’ha con me, ha approfittato di un giorno che per noi sarebbe stato di festa per accendere le candeline“. Cioè dare fuoco alle due auto di famiglia. In un momento storico in cui, tra l’altro, a guidare l’ente comunale sono i tecnici inviati dalla prefetta Maria Carmela Librizzi. Secondo quanto appreso da LiveSicilia, non sarebbero stati trovati strumenti atti ad appiccare gli incendi. Sarebbe chiaro, però, che del liquido altamente infiammabile, forse un acido, sia stato gettato sulla parte anteriore dei due veicoli e poi gli sia stato dato fuoco, intorno alle 22.

Le due vetture erano parcheggiate a una decina di metri di distanza l’una dall’altra, e non erano le uniche auto in sosta sulla strada, via Avvocato Rosario Cimino. Non ci sono, finora, elementi che lascino pensare al fatto che non si sia trattato di un’intimidazione. L’indagine della magistratura punterà a chiarirlo.

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