CATANIA – Otto anni a difendersi da un’accusa infamante. Gli imputavano presunte molestie sessuali ai danni di una ragazzina, figlia della sua compagna. Le ipotesi di reato erano due: atti sessuali con minore e corruzione di minore. Ma in aula l’accusa si è sgretolata di fronte all’evidenza delle intercettazioni, da cui emerge un tentativo da parte di altri di farlo accusare ingiustamente dalla ragazza.
La sentenza
Per questo adesso un cinquantenne catanese, S.A., è stato assolto con formula piena. La sentenza è stata emessa dalla quarta sezione penale del Tribunale di Catania. Il collegio era presieduto da Alba Sammartino e composto da Silvia Passanisi e Dora Anastasi. A chiedere l’assoluzione, oltre al difensore di S.A., l’avvocato Pietro Ivan Maravigna, è stato lo stesso pubblico ministero, Martina Bonfiglio. Era accusato di avere, tra l’estate del 2014 e il gennaio del 2015, costretto la figlia della sua convivente a subire atti sessuali.
L’avvocato dell’assolto
“La sensazione dinanzi alla sentenza – dice il legale – è un misto di gioia e amarezza. Non c’è certamente motivo di esprimere contentezza per i tempi di un processo durato, incredibilmente, ben sette anni e che ha portato all’annichilamento psicologico dell’imputato riuscendo alla fine a convincere pure la pubblica accusa a chiedere l’assoluzione dell’imputato. Amarezza perchè nella fase delle indagini preliminari si è assistito ad un eccessivo accanimento investigativo nei confronti del mio assistito nonostante gli inviti chiari e specifici del Gip a prestare maggior cautela nella valutazione delle dichiarazioni rese dalla minore”.
Annunciati ulteriori strascichi
“Da questa vicenda, che pertanto continua in altre sedi – conclude il legale – va tratta una lezione. Certamente va posta la più grande attenzione su ogni genere di abuso nei confronti di soggetti deboli ma ponendo il massimo scrupolo nella ricerca ed individuazione dei ‘falsi abusi’ perché una denuncia falsa può distruggere un individuo ed una sentenza che arriva dopo sette anni può solo parzialmente limitare i danni”.