Catania, bagarre in consiglio: scoppia la guerra tra gli ex

Catania, bagarre in consiglio: scoppia la guerra tra (ex) Mpa

Il bisticcio in salsa autonomista
PALAZZO DEGLI ELEFANTI
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CATANIA – C’è stata bagarre durante l’ultima seduta del consiglio comunale di Catania, un bisticcio tutto interno all’area autonomista (o quasi). Nel senso che al centro delle polemiche c’è stato Alessandro Campisi, consigliere eletto nei cartelli Mpa e transitato successivamente in FdI. Un divorzio, a quanto pare, non ancora metabolizzato all’interno della colomba bianca. A partire da Orazio Grasso, che ha accusato pubblicamente il collega di “trasformismo”. È il minuto 33 della diretta della seduta di martedì scorso ed è proprio in quel momento che s’incendia la polemica. 

La bagarre tra ex

Andiamo con ordine, perché la vicenda è complicata e serve procedere un passo alla volta per raccontarla. Durante la fase ispettiva di martedì, Campisi ha sollevato lo strano caso di un avviso dell’assessorato ai Servizi sociali con scadenza il 29 settembre scorso. Un bando prima prorogato al 9 ottobre, per poi essere considerato chiuso nuovamente alla data del 29 settembre, con un’evidente retromarcia.

“Lo dico con chiarezza: o mi spiegate cosa è successo o in tempi brevi mi recherò in Procura della Repubblica per denunciare tutto”, ha detto il consigliere. Il monito era rivolto, in particolare, all’assessore Bruno Brucchieri, esponente autonomista. L’assessore, però, non era in quel momento in aula perché in cattedrale alla messa per Laura Salafia.

Il sassolino nella scarpa 

Prende la parola Grasso. Che non entra tuttavia nel merito del precedente intervento, ma di quello – addirittura – pronunciato nella seduta del 18 ottobre. Quando, cioè, è stato tirato in ballo Salvo Di Salvo, coordinatore degli autonomisti, che aveva censurato con una nota al vetriolo l’addio di Campisi.

Un caso evidente sanguinate, tant’è che anche Raffaele Lombardo ha sentito il dovere d’intervenire durante la convention di sabato scorso dell’Mpa, dando dello “smemoratello” allo stesso Campisi, ricordandogli inoltre che nel momento in cui ha firmato la candidatura ha sottoscritto l’impegno a non cambiare gruppo. 

È stata poi la parola “trasformista” a far saltare dunque il banco, con Campisi che ha chiesto di controreplicare. Stavolta, però, ha trovato la diga del presidente del consiglio comunale, Sebastiano Anastasi (anche lui autonomista), che – regolamento alla mano – lo ha stoppato (per poi comunque concedergli la parola). Un alt dettato dal dato formale che le controrepliche possono essere concesse soltanto ad alcune condizioni: se quanto detto da un collega è falso o riguardante un fatto personale e non politico.

Bottino e Anastasi

Un tira e molla durato minuti. Sul quale è intervenuto anche Daniele Bottino, capogruppo di FdI, per trovare una mediazione dinanzi al bisticcio, sebbene non dichiarato, tra i due ex compagni di partito. 

Interviene, via social, il presidente Sebastiano Anastasi. “Potranno accusarmi – ha scritto – di essere eccessivamente rigido in aula, ma l’aula è dei catanesi, ancor prima che del consiglio comunale. A maggior ragione, pertanto, il regolamento va rispettato rigorosamente. Diritto di parola a tutti, di polemica e critica feroce a chiunque nell’esclusivo interesse della Città, ma le regole si rispettano”.


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