Questa è una storia intessuta di amicizia e passione.
Due soci, Alfio Neri e Michele Tommaselli, uniti e mossi da una predilezione condivisa, quella per lo champagne.
Incastonato in via Gemellaro, nel quartiere dello storico mercato di Catania, all’interno di una di quelle botteghe che anticamente erano laboratorio di artigiani, Pamochã è il primo locale del capoluogo etneo (e forse della Sicilia) a mettere al centro della sua attività lo champagne.
Pa – mo – chã: PAne, MOrtadella, CHAmpagne.
Un locale dal format innovativo che lo scorso 22 maggio ha spento la sua terza candelina.
L’apertura, nel maggio del 2019, la violenta battuta di arresto a causa della pandemia, dopo pochi mesi. La chiusura, lo sconforto e una strada tutta in salita. Ecco perché, oggi, il sorriso sui volti di Alfio, Michele e di tutto il loro staff, più che festeggiare un compleanno, sembra incarnare e raccontare una vera e propria rinascita. Quest’ultima raggiunta non senza fatica ma con grande, a detta loro, inaspettata celerità.
Oltre 500 etichette di champagne provenienti dalle 5 zone di elezione: Côte de Blancs, Côte de Bar, Vallée de la Marne, Côte de Sèzanne, Montagne de Reims. Una carta dei vini che viaggia attraverso i migliori terroir e le migliori Maison. Figurano sia le grandi celebrità come Salon, Bollinger, Krug, Roederer e anche piccoli, interessanti produttori come Frédéric Savart e Emmanuel Brochet.
L’ambiente accogliente e raffinato, la pietra originale dei soffitti e delle pareti in connubio armonico e non stonato con l’arredo moderno, l’illuminazione soffusa e la musica lounge conferiscono al locale charme, convivialità e un pizzico di magia.
Lo champagne alla portata di tutti, non solo per le grandi occasioni. Lo champagne come stile di vita: all’ora dell’aperitivo, per cena o anche come after dinner. Un menù particolare, con lo stile francese che intreccia la cultura siciliana e internazionale. La regola numero uno: trattare soltanto materia prima di qualità.
Dalla selezione dei prosciutti spagnoli ai pregiati formaggi internazionali, dall’uovo cipolletta e ricci a quello col foie gras o col tartufo. Eleganti plateau di crudi, tartare e, ovviamente, le immancabili ostriche.
Un must: le mafaldine con la rinomata mortadella Favola.
La carta dei drink, creata ad hoc dal bar manager Tommaso Nicolosi, racchiude radici e viaggio, essenza e ricerca. Imperdibile per i più curiosi (e audaci) il cocktail “Due Isole”: vodka al gambero rosso di Mazara, succo di limone, sciroppo di peperoncino di Haiti, Aquamaris. O, ancora, “Le Volcan”: amaro indigeno, sciroppo di frutti rossi, succo di limone, champagne.
Il resto dello staff è composto come una piccola orchestra, fatta di esperienza e attenzione, meticolosità e garbo: Rossana Platania in cucina, Federica e Antonio in sala. Tutti ben diretti e coordinati dal responsabile Alessandro Neri. Una sfida, quella dei soci Michele e Alfio, che sembra aver centrato in pieno l’obiettivo, tanto da guardare al futuro, non solo con ottimismo e prospettiva, ma anche e soprattutto con l’idea di estendere il format, trasformandolo in un vero e proprio franchising.
Photo credits: Lennideniro