21 Gennaio 2023, 18:10
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CATANIA. Non ha negato di essere intervenuto esercitando quelle che tecnicamente possono essere ritenute “pressioni”, ma ha sostenuto di aver agito esclusivamente per riparare a presunte ingiustizie a cui, a suo dire, sarebbe stata sottoposta Cristina Sangiorgi, dipendente della Società degli Interporti, a cui è legato da una relazione sentimentale. Nega, insomma, ogni ingerenza illecita. E con questo spirito Antonino D’Asero, l’ex deputato agli arresti domiciliari per l’ipotesi di reato di induzione indebita proprio in riferimento a tali pressioni, sostiene di essersi mosso con esponenti dello scorso governo regionale, interessando gli allora assessori Gaetano Armao e Marco Falcone.
Nessuna induzione indebita, secondo lui, ma semplici azioni politiche: si sarebbe speso per evidenziare quelle che sarebbero state delle istanze della dipendente “legittime”, non “indebite”, provocate perlopiù da un contesto ambientale divenuto difficile. L’ex deputato si è giustificato così, scegliendo di rispondere alle domande del Gip Carlo Cannella, nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel Palazzo di Giustizia di Catania.
Difeso dagli avvocati Tommaso Tamburino e Isabella Giuffrida, D’Asero ha fornito chiarimenti, spiegazioni, in merito alla propria posizione. E i suoi legali hanno già presentato ricorso al Riesame, che presumibilmente la prossima settimana fisserà la data dell’udienza in cui saranno chiariti anche i motivi della difesa.
L’avvocato Tamburino, a Live Sicilia, anticipa solo uno degli interrogativi che saranno posti al vaglio del collegio di sei giudici del Tribunale di Libertà: “Certamente – afferma – considerato che Torrisi non è più amministratore unico della Sis dall’aprile del 2021, ciò che bisognerà valutare è se le esigenze cautelari che esistevano al momento della richiesta di misura siano oggi ancora attuali. Per il momento comunque non conosciamo ancora la data dell’udienza del Riesame”.
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21 Gennaio 2023, 18:10