Catania e "l'Opa sul Porto": approda in consiglio l'appalto

Catania e “l’Opa sul Porto”: approda in consiglio l’appalto ultraventennale

Una vicenda che rischia di passare in sordina

CATANIA – “Semplice affidamento dei servizi? Questa sembra più una vera e propria Opa sul Porto di Catania”. Non è una dichiarazione ufficiale ma, a denti stretti, tra i banchi dell’aula consiliare di Palazzo degli Elefanti il gruppo degli autonomisti non nasconde il proprio malumore per una questione che domani sera verrà affrontata proprio in consiglio comunale. Una seduta che si preannuncia rovente e che vede all’ordine del giorno una mozione che ha come prima firmataria Serena Spoto (manco a dirlo del Mpa) ma che ha trovato un consenso bipartisan.
Mozione che è diretta conseguenza di una interrogazione all’amministrazione presentata sull’argomento dalla stessa consigliera alla quale non è ancora giunta risposta. 

I termini della vicenda 

La vicenda in estrema sintesi è la seguente: c’è una gara indetta per la realizzazione della stazione marittima di Catania e per la gestione venticinquennale (evidentemente ritenuti troppi) dei servizi di interesse generale nei porti di Augusta e Catania. La data di scadenza è quella dell’ultimo giorno dell’anno. “Si tratta di dare avvio ad un sostanziale monopolio nella gestione del Porto di Catania per i prossimi 25 anni per il fatto di concedere tutti i servizi gestiti dall’Autoritа di Sistema (comprese le concessioni di beni demaniali e i servizi relativi alla crocieristica) a un solo gestore”, scriveva nella sua interrogazione Serena Spoto. 

Il Consiglio non è competente 

Ed in quella che appare come una questione tutt’altro che di lana caprina, il dibattito che ne scaturirà in consiglio domani sera è già una notizia. Anche se, va detto, il consesso non potrà incidere in modo diretto sulle vicende del Porto perché la faccenda non rientra tra le proprie competenze.
“Le continue emergenze economiche degli ultimi quindici anni, hanno creato una tendenza ad allontanare il dibattito cittadino dai grandi temi. E, sotto questo punto di vista, la città è risultata assente – interviene il Presidente, Seby Anastasi -. Il consiglio non può avere competenza sulla questione? Bene, che se ne occupi allora l’amministrazione comunale con la quale ci confronteremo in consiglio e da dove dovrà venir fuori una linea da seguire. 
Può scriverlo: finalmente si parla del Porto. Argomento assente da anni dall’agenda della politica catanese”.

“Pare che il Porto non esista”

“Sembra quasi che a Catania il Porto non ci sia – incalza Anastasi -. Sembra un corpo avulso dalla città. Una città che ha perso il suo rapporto col mare: tra il passante ferroviario e una Playa che non viene valorizzata, nel mezzo c’è un Porto che pare non esista. Forse per la storia e la morfologia della città ma se amministrativamente, tecnicamente e politicamente sta accadendo qualcosa ritengo doveroso che se ne parli. Ed il consiglio è la sede decisamente più idonea.
Quello che lascia profondamente perplessi è che noi stiamo andando ad dare a dei privati – per i quali non abbiamo alcuna preclusione – un affidamento che durerà per i prossimi venticinque anni. Un cartello che si aggiudicherà il Porto ed i suoi servizi per i prossimi venticinque anni.
A nostro modo di vedere, se ne deve assolutamente parlare”.

L’appuntamento è per domani sera a Palazzo degli Elefanti. E la sensazione è che la vicenda non si esaurirà nel breve volgere di una sera.


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