Enrico Trantino o salta tutto: perché FdI non vuole più trattare

Enrico Trantino o salta tutto: perché FdI non vuole più trattare

Una storia sempre a destra. Considerato unanimemente autorevole e garbato.

CATANIA. Doveva essere l’uomo davanti al quale nessuno avrebbe potuto e dovuto dire di no. Il nome irrinunciabile. Invece, neanche la proposta targata Enrico Trantino è riuscita a saldare le fratture interne al centrodestra catanese e ricucire con Valeria Sudano, parlamentare leghista che ha dato una accelerata alla campagna elettorale arredando la città di sei-per-tre. La distanza – al momento – è enorme. E non è più un tabù che a Catania lo schieramento liberal-conservatore possa correre diviso.

Enrico Trantino: l’ultima proposta

A microfoni rigorosamente off, arriva la soffiata: “Abbiamo fatto i calcoli: se FdI, FI ed Mpa sono compatti, si vince al primo turno”. Insomma, la convinzione – tutta da verificare – è che la soglia del 40% possa essere raggiunta sùbito pur perdendo una componente importante della coalizione che al momento governa a Roma o a Palermo. Valeria Sudano intanto prende nota e fa quadrato rispetto alla propria iniziativa.

Marco Falcone, per Forza Italia, ha messo un punto fermo su Trantino. Il sindaco di Adrano, l’autonomista Fabio Mancuso, ha deciso invece di puntare sul registro della provocazione a oltranza ai danni della Lega. Nella giornata di ieri, anche il neo deputato Ars Giuseppe Castiglione si è un’unito al marameo con una nota al vetriolo. Un registro – sebbene con altro linguaggio – inaugurato da Raffaele Lombardo quando al congresso della rifondazione Mpa non le ha mandate a dire a Luca Sammartino e Valeria Sudano. A questo punto, soltanto un miracolo può evitare lo spacchettamento.

Chi è Enrico Trantino

Enrico Trantino sembra tuttavia molto distante dalle fibrillazioni che stanno scuotendo la sua coalizione. E non soltanto perché nella vicenda della candidatura a sindaco pare esserci finito senza che ne avesse fatta richiesta. “Figura autorevole, un galantuomo”, è il coro unanime non soltanto dei compagni di partito. Una qualità che chi lo conosce potrebbe confermare senza tentennamenti. Sebbene cresciuto in quella destra-destra muscolare che un tempo aveva come effige la fiamma del Movimento sociale italiano, è conosciuto per i toni garbati e la dialettica cristallina.  

Una storia familiare e personale a destra. Sempre. Il padre è Enzo Trantino, avvocato monarchico transitato nell’Msi quando fu varato il progetto della Destra nazionale: una figura carismatica e rispettata. Enrico è in politica sin da ragazzo: dal 1984 al 1985 è stato consigliere di Facoltà a giurisprudenza. Dal 1985 al 1988, consigliere di quartiere. Dal 1988 al 1992, negli ultimi scampoli della prima Repubblica, è stato seduto in consiglio comunale, ricoprendo la carica di vicepresidente della commissione viabilità e membro della commissione cultura. Considerato un musumeciano doc, è stato candidato al Parlamento del 2013 per La Destra di Francesco Storace e fondatore di Diventerà Bellissima assieme a Ruggero Razza.

Prima di entrare nel secondo scorcio della Giunta Pogliese in Amministrazione con delega all’Urbanistica, è stato console onorario del Guatemala per la Sicilia e Calabria. Dal 2004 al 2006, invece, è stato vice esperto del Vice Ministro per il Commercio Estero e dell’Assessore alla Cultura della Regione Siciliana per i rapporti con la Libia.

Il garantista

Il nome di Enrico Trantino è legato sopratutto alla toga. Un avvocato tra i più apprezzati del foro catanese. Dal 2014 al 2018 ha presieduto la camera penale “Serafino Famà”. Garantista fermo e convinto, il sito di Radio Radicale è un archivio puntuale delle sue idee. Idee dette sempre con garbo. Talvolta è stato accusato di essere fin troppo onesto con i suoi avversari. Erede di quella galanteria che spesso in politica non paga. Ma che se c’è non guasta, anzi.

Sul nome di Enrico Trantino, i Fratelli d’Italia hanno eretto una linea rossa. Come detto, non ci saranno proposte alternative da recapitare alla Lega. I bisticci di questi mesi hanno consegnato una immagine tutt’altro che edificante della politica etnea. Tuttavia, i due blocchi maggiori – seppur tra le differenze – sembrano convergere verso un medesimo impegno. Che sia Maurizio Caserta o sia uno dei due Trantino, il candidato sindaco deve essere di alto profilo etico e buone letture alle spalle.


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