Catania, il presunto infermiere-killer: nuovo esame dei periti

Catania, il presunto infermiere-killer: nuovo esame dei periti

I giudici vogliono sentire nuovamente gli esperti
CORTE D'ASSISE
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CATANIA – Salta la discussione e a sorpresa i giudici interrompono tutto e ordinano un nuovo supplemento, per un nuovo esame dei periti. La Corte d’assise riapre l’istruttoria del presunto al presunto “angelo della morte”, o “infemiere-killer” (come lo hanno ribattezzato le cronache).

La perizia da approfondire è quella secondo cui non vi sarebbe certezza dell’effetto mortale delle benzodiazepine somministrate da Vincenzo Villani Conti alle due anziane che per l’accusa avrebbe ucciso. I periti hanno scritto scrivono che in un caso la morte sarebbe dovuta a uno scompenso cardiaco, l’altro a una cachessia con disfunzione multiorganica.

E soprattutto, per i periti, non sarebbe possibile attribuire i decessi “con un livello di probabilità vicino alla certezza alla somministrazione nelle ore immediatamente precedenti di quindici milligrammi di Diazepam e Midazolam”. Le morti sono avvenute in ospedale, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021.

Il contenuto della perizia

La perizia è stata realizzata dal professore Alberto Salomone, tossicologo forense, dal professore Fortunato Stimoli, anestesista e rianimatore, e dal dottore Cataldo Raffino, medico legale. Per loro non è possibile giungere a un’attribuzione della correlazione tra i farmaci somministrati e la morte. Ma i giudici vogliono sentirli ancora.

E questo “pur tenendosi in debita ponderazione le condizioni di salute in cui versavano entrambe le pazienti, dei tempi di insorgenza dell’effetto atteso e del sopraggiungere dell’evento morte”. Inoltre, sulla base delle risultanze delle analisi tossicologiche, “nessuna conclusione può essere raggiunta su quale sia stata la quantità somministrata di Diazepam e Midazolam”.

I dubbi dei periti

Ancor meno, per i periti, “si può affermare che alle signore sia stata somministrata la stessa quantità di Midazolam e Diazepam, né che la somministrazione sia avvenuta contemporaneamente”. I periti sono stati nominati il 7 novembre scorso.

L’infermiere è difeso dagli avvocati Salvatore Liotta e Francesco Calabrese. In aula sono presenti, oltre all’ospedale Cannizzaro, assistito dall’avvocato Eleonora Baratta, tutte le parti civili, parenti delle vittime, assistite dagli avvocati Silvana Selmi, Cettina Mirabella e Simone Marchese.

Le parti civili

Presente anche l’associazione “Codici per i diritti del cittadino”, con il segretario regionale, avvocato Manfredi Zammataro. Si proseguirà il prossimo 12 settembre, giorno in cui, a meno di nuove richieste istruttorie di fine dibattimento, la parola passerà al pm per la sua requisitoria.

Villani Conti, secondo l’accusa, avrebbe ucciso le due donne per una sorta di ritorsione contro l’ospedale. In quel periodo, agli psicologi, avrebbe detto di vivere “uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio”, che percepiva da parte dei suoi superiori.

I testi della difesa

Vari suoi colleghi, va detto, lo hanno difeso, descrivendolo come “professionale, timoroso di sbagliare e per questo attento nel suo lavoro”, negando ogni apparente malessere o confidenza su disagi, o meno. In una scorsa udienza avevano deposto gli esperti sull’esame tossicologico.


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