CATANIA – Parte da uno dei quartieri più popolosi della città, da Picanello, uno dei business che sembra aver riportato indietro le lancette del tempo a Catania. L’ultima relazione della Dia parla anche di usura: gli strozzini del clan Santapaola hanno stretto il cappio attorno a famiglie e imprenditori.
È uno dei tanti retroscena emersi dall’operazione Oleandro, condotta a gennaio dell’anno scorso dalla Guardia di Finanza. A parlarne sono gli investigatori della direzione antimafia.
I due livelli dei Santapaola, tra mafia e affari
I Santapaola operano su due livelli, il controllo del territorio e l’infiltrazione nell’economia legale, oltre che nell’amministrazione pubblica. L’usura rientra nel primo aspetto.
Le Fiamme Gialle nel gennaio dello scorso anno hanno arrestato a Catania, Caltanissetta, Arezzo, Napoli e Udine 15 persone accusate di associazione mafiosa finalizzata all’usura, estorsione, traffico e spaccio di droga nonché riciclaggio e successivo reimpiego di proventi illeciti in attività economiche.
Business mafiosi e business ‘legali’
Le indagini hanno fatto emergere la riorganizzazione del clan, ruoli e compiti affidati a ciascun componente. Droga, estorsioni e gioco d’azzardo, così come l’usura, facevano arrivare i soldi in una cassa comune utile a sostenere le spese degli affiliati detenuti o ex detenuti per gli stipendi, per il pagamento degli onorari degli avvocati nonché per il reinvestimento in altre attività criminali.
Da quella indagine è emerso un legame serrato tra questi business, il clan e l’economia ‘legale’. Un costruttore catanese, infatti, sarebbe diventato il dominus del sistema. Gli sono stati sequestrati fabbricati, terreni, conti e beni mobili per 12 milioni di euro.
I Pillera-Di Mauro, confluiti nei Laudani
Anche il cosiddetto clan Pillera Di Mauro, il gruppo dei Puntina, quasi totalmente confluito nel corso degli anni nel clan Laudani, si sarebbe recentemente riaffermato nel settore delle estorsioni e dell’usura.
A confermarlo sono gli esiti dell’operazione “Doppio petto” conclusa dalla Polizia nel dicembre 2023. Il rapporto della Dia si è occupato anche degli intrecci tra Cosa Nostra e ‘ndrangheta e delle nuove leve mafiosa.