Catania tra Ong, sfida umanitaria ed il botta e risposta politico

Catania tra Ong, sfida umanitaria ed il botta e risposta politico

Una mattinata di calma apparente con altre due navi al largo delle coste ioniche. Sullo sfondo, polemica tra schieramenti politici.
GLI SBARCHI AL PORTO
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CATANIA. Tre bambine e un neonato sono i primi migranti sbarcati nel porto di Catania dalla nave Humanity 1 mentre Papa Francesco invita l’Europa a non lasciare sola l’Italia.
Un fiume di minori non accompagnati, oltre un centinaio, sono sbarcati nella giornata di ieri a Catania.
E poi donne e uomini trasportati sulle sedie, stremati dal viaggio nel Mediterraneo. Pochi minuti prima gli ispettori degli Uffici di sanità marittima, saliti sulla nave, hanno osservato i naufraghi prendendo nota: un primo rapido controllo che ha stabilito chi potesse entrare nelle liste di coloro che ce l’hanno fatta.
Poi, una volta a terra, le visite mediche nelle tende e gli autobus di linea urbana pronti a partire per i centri di accoglienza.

Stesse scene qualche ora dopo nello stesso porto tra i naufraghi della Geo Barents, dove dalla passerella dell’altro molo a poche centinaia di metri sono scese anche tre donne incinte, oltre a una cinquantina di minorenni non accompagnati e interi nuclei familiari.

STORIE TRA SPERANZA E DOLORE

Tra questi, una coppia che aveva cominciato il proprio viaggio dal Togo assieme alla loro figlia di undici mesi, nata con il labbro leporino e che oggi ha difficoltà nella deglutizione. I suoi genitori hanno lavorato in Libia per mettere i soldi da parte per curare la figlia, cercando contemporaneamente di ottenere un visto per l’Europa che è stato sempre negato. Unico modo per curarla era fuggire. A bordo, tra chi spera di poter scendere in queste ore, c’è un ragazzo determinato ad andare in Germania. È lì che si trova sua madre, malata terminale di cancro. Vuole rivederla un’ultima volta. Non c’è stato modo di ottenere un visto e così l’unica scelta da fare per lui è stata quella di mettersi provare a raggiungerla attraverso un barcone, prima del salvataggio in mare. C’è anche chi quelle onde le conosce meglio di tanti altri, è stato intercettato dalla guardia costiera libica e riportato con la forza indietro ben quattro volte ma “forse questa è la volta buona”, dice il giovane migrante agli attivisti.

MEDICI SENZA FRONTIERE: “SULLA NAVE, INFEZIONI GRAVI”

“Sulla Geo Barents ci sono 214 persone rispetto alle 215 lasciate a bordo dalle autorità dopo lo stop allo sbarco di ieri, perchè stanotte c’è stata un’evacuazione medica. Abbiamo riscontrato non solo attacchi di panico ma anche infezioni cutanee abbastanza gravi, perciò la situazione a livello di vulnerabilità medico- psicologica è ancora ancora aperta, così come quindi noi consideriamo ancora aperta l’operazione di soccorso, che si deve concludere con lo sbarco delle persone il prima possibile, secondo gli obblighi internazionali”. Così Riccardo Gatti, responsabile operazioni di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, che gestisce la nave attraccata nel porto di Catania. “Stiamo valutando – ha spiegato poi Gatti – come procedere anche a livello legale. Abbiamo ricevuto il decreto interministeriale, il nostro team legale sta lavorando per riscontrare illegalità nelle azioni messe in atto dalle autorità, ma anche come procedere secondo una difesa determinata dalla situazione in cui ci troviamo”.

BOTTA E RISPOSTA POLITICO

Ma, intanto, monta la polemica.

“Questo governo sta utilizzando i migranti come strumento di comunicazione, di propaganda, ma non dice in realtà al paese che in dieci giorni 9mila migranti sono arrivati: il 10 per cento è stato, meno male, salvato dall’ong e la restante parte dalla guardia costiera italiana e dalla guardia di finanza. Applichiamo le sanzioni anche a loro”. Lo ha detto Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde.

“Totale supporto all’azione del Governo guidato da Giorgia Meloni” in merito alla vicenda delle navi delle Ong Geo Barens e Humanity1 viene espresso in una nota dal coordinatore provinciale di Catania di Fratelli d’Italia Alberto Cardillo, secondo cui “bisogna assolutamente ristabilire le regole del diritto e del buonsenso, fermando il traffico di esseri umani nel Mediterraneo”. “Va assolutamente affermata e condivisa in sede sovranazionale – aggiunge – la proposta italiana di stabilire in Africa degli Hub dove discernere chi ha il diritto di avere asilo in Europa, con quest’ultima che si faccia carico in maniera unitaria ed ordinata dell’accoglienza”.

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