CATANIA – La Guardia di Finanza di Catania ha eseguito un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale nei confronti di Giuseppe Vitale, 55 anni, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Cappello-Bonaccorsi. L’operazione, coordinata dalla Procura distrettuale, è nell’ambito delle attività per colpire i patrimoni riconducibili alla criminalità organizzata.
Il sequestro della Guardia di Finanza
Il sequestro riguarda beni per un valore complessivo di oltre 300 mila euro. Tra cui un immobile a Catania, denaro contante e due attività commerciali operanti nel settore dei bar e della somministrazione di alimenti e bevande, tra cui il locale “Caffè in Piazza”.
Chi è Giuseppe Vitale
Secondo gli accertamenti, Vitale – già condannato nell’operazione “Slot Machine”, condotta dal Gico della Guardia di Finanza – avrebbe avuto un ruolo centrale nel traffico di sostanze stupefacenti aggravato dall’agevolazione mafiosa, oltre che in condotte di autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.
Le indagini svolte nel periodo 2018-2020 avevano ricostruito l’attività di un gruppo criminale composto da quattro fratelli: Giuseppe (“Pinuccio”), Franco (“Ciccio”), Fabio e Santo Vitale. Il sodalizio, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito un importante traffico di cocaina, marijuana e hashish destinato alle principali piazze di spaccio della provincia etnea, fungendo da fornitori all’ingrosso.
L’inchiesta
Nel corso dell’inchiesta erano stati arrestati in flagranza sette soggetti e sequestrate ingenti quantità di droga. Nel dettaglio: circa 34 kg di cocaina, 400 kg tra marijuana e hashish, 11.000 piante di cannabis e 38 proiettili calibro 9. Gli investigatori avevano inoltre individuato il presunto reinvestimento dei proventi illeciti in attività commerciali, ritenuto finalizzato a eludere le misure patrimoniali.
Alla luce del quadro indiziario, allora, furono emesse 21 misure cautelari e disposto il sequestro di attività economiche, immobili e decine di rapporti finanziari.
Il profilo di Vitale: “Un soggetto pericoloso”
Per la Procura, Giuseppe Vitale avrebbe vissuto abitualmente con i proventi delle attività delittuose del gruppo. “Un soggetto pericoloso per la società” si legge nel comunicato a firma del procuratore Francesco Curcio.
Gli approfondimenti patrimoniali della Guardia di Finanza avrebbero messo in evidenza una forte sproporzione tra i beni a lui riconducibili e i redditi dichiarati, giudicati “di modesta entità”. Per questi motivi il Tribunale ha disposto il sequestro di prevenzione del patrimonio individuato.
L’operazione “Slot machine” era scattata nei primi mesi del 2023.

