Catania, lo sfogo del fattorino multato: "Nessuna regola"-Live Sicilia

Via Etnea, multato perchè in bici: “Ma lì passano veicoli a motore”

Il fattorino Andrea Genovese aveva ricevuto un verbale da 87 euro per essere entrato in bicicletta nella zona pedonale.

CATANIA – Ha deciso di rompere il silenzio Andrea Genovese, il fattorino che si è visto fare una multa perché faceva consegne in via Etnea in bicicletta. Dopo una settimana in cui il suo caso è diventato virale, grazie soprattutto al gruppo Facebook Lungomare Liberato, Genovese si sfoga sul suo profilo, sottolineando che nella stessa zona in cui lui è stato sanzionato possono circolare diversi veicoli a motore.

87 euro

Il caso risale a una settimana fa, quando Andrea Genovese, entrato in via Etnea per fare delle consegne, è stato fermato e multato per 87 euro. Il motivo della sanzione: la determina 431, con cui è stato vietato il traffico di biciclette nella zona del centro. Nonostante in un primo momento l’assessore alla mobilità Pippo Arcidiacono avesse precisato, in un intervista a Qds, che il divieto riguardava solo le bici a pedalata assistita o elettrica, Genovese è stato comunque fermato da una pattuglia di Vigili urbani e multato.

La protesta di Lungomare Liberato

In un primo momento però il fattorino non si era esposto in prima persona. A raccontare la vicenda era stata la pagina Facebook Lungomare Liberato. “A Catania – si legge in un post – dove le auto sono parcheggiate sbarrando i marciapiedi, dove gli scooter corrono ed impennano nelle piazze pedonali, dove i mezzi motorizzati fanno quello che vogliono e dove abbiamo l’inquinamento oltre i limiti previsti ed un traffico alle stelle, il Comune di Catania intraprende una crociata contro chi decide di muoversi in modo sostenibile eliminando la possibilità ai velocipedi di percorrere l’ampia via Etnea”.

Segue il racconto della disavventura di Genovese, e l’annotazione di una coincidenza: “Oggi, il Comune di Catania inaugurava le nuove stazioni del bike sharing di AMTS Catania Spa, però nel frattempo multava chi andava in bici nella via principale, indispensabile per evitare di percorrere le strade trafficate per la mancanza della rete ciclabile cittadina”.

Lungomare Liberato denuncia poi un problema di segnaletica: “Anche la segnaletica fuori norma, fatta con dei fogliettini di carta già sbiaditi è ingannevole, nel resto della via Etnea il divieto vale solo nel fine settimana ma da piazza Università tutti i giorni, quindi dalla Villa Bellini si legge quel segnale e si immagina che sia uguale per tutta la via, per poi ritrovarsi in piazza università con un vigile pronto a multare l’ignaro ciclista, magari un turista”.

La denuncia di Genovese

Questa mattina arriva dunque la presa di posizione del fattorino multato, che pubblica delle foto di mezzi a motore che entrano nell’area pedonale e scrive: “Dopo giorni ho deciso di rompere il silenzio! Tra le mille difficoltà di lavorare e con inflazione a due cifre vedendosi spiccioli tra le mani, aver multato con la massima sanzione un corriere è stato un comportamento che ha rivelato mancanza di dignità per chi porta la divisa dei vigili urbani a Catania!”

“Il modo di fare quell’ordinanza dell’amministrazione catanese – scrive ancora Genovese – è tutto tranne il rispetto delle regole: in quale metropoli si vedono fotocopie sbiadite incollate con nastri adesivo al posto dei cartelli stradali? E poi siamo sicuri che l’ordinanza che i vigili mettono in azione è quella?”

“Non c’è dubbio – si legge ancora – che l’esigenza fondamentale dei cittadini è la sicurezza e il rispetto delle regole da parte di tutti. Sicurezza vuol dire che i delinquenti vengono puniti e chi viola i doveri trova la giusta sanzione. In una società democratica la funzione del diritto è stabilire l’uso delle regole e della forza: certo non puoi punire un furto di banane allo stesso modo in cui punisci una società che non rispetta il contratto pattuito su la raccolta differenziata. Ma in una società dispotica non c’è nessuna regola: il principe può punire senza misura e senza limiti. Il suo potere di punire è arbitrario! È essenziale che la società democratica sappia punire secondo giustizia per impedire che cresca l’esigenza di farsi giustizia da soli o di affidarsi a qualche amico politico o peggio ancore a qualche redentore”.


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