CATANIA. E certo che a Siena il Catania ha giocato bene. E certo che meritava di più. E certo che il Massimino per il ritorno di questa sera sarà una bolgia. E certo pure che è dura da accettare di perdere senza subire un tiro nello specchio della porta (soprattutto quando stiamo a parlare di una semifinale play off).
Tutto quello che volete. Ma il football è questo. Ed il ritorno di Catania offre la possibilità di redimere novanta minuti che hanno lasciato l’amaro in bocca.
Ma domenica sera, al di là della spinta dello stadio, della fiducia, dell’ottimismo e della consapevolezza che la remuntada sia ampiamente alla portata dei rossoazzurri, va detto che tocca ai giocatori. Sono loro che scendono in campo. Tocca a loro dimostrare di valere la finale di Pescara. Soltanto loro possono proiettare questa piazza verso una Serie che è l’anticamera del calcio che conta.
Possiamo stare a discutere sui social quanto vogliamo di tattiche, moduli, di formazione ideale, di mental coach. Alla fine conterà solo una cosa: prendere la palla e metterla in rete. Fare quello che non abbiamo fatto a Siena. L’ha ben capito anche un nostro lettore che in un messaggio, andando dritto al sodo, mi scrive:
“Duminica, u Catania cià spunnari a potta”.
Nulla di più condivisibile e pratico, in fondo. Anche perché detta così rende benissimo l’idea.