Catania, "uccise due anziane in corsia”: l'ergastolo e l'appello

Catania, “uccise due anziane in corsia”: l’ergastolo e l’appello

Vincenzo Villani Conti è stato condannato in primo grado

CATANIA – Tornerà in aula, dinanzi alla prima sezione penale della Corte d’assise di appello di Catania, il processo all’infermiere killer del Cannizzaro, Vincenzo Villani Conti, condannato in primo grado in Corte d’assise per duplice omicidio all’ergastolo. Ricorso depositato dalla difesa di Villani Conti. Una giuria, come detto, lo ha riconosciuto in primo grado colpevole di aver ucciso due anziane ammalate, somministrando loro delle dosi controindicate di benzodiazepine.

Villani Conti, va ricordato, è processato a piede libero e si è sempre professato innocente. Per l’accusa, ha ucciso le anziane per una sorta di ritorsione contro l’ospedale. In quel periodo, agli psicologi, avrebbe detto di vivere “uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio”, che percepiva da parte dei suoi superiori. E proprio dall’obbligo di denuncia degli psicologi è partita l’inchiesta.

I due presunti omicidi

Le morti sono avvenute in ospedale, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. L’imputato non era presente alla lettura del dispositivo. È difeso dagli avvocati Salvatore Liotta e Francesco Calabrese. Villani Conti è stato condannato in primo grado anche al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili.

Parte civile erano i parenti delle vittime, assistite dagli avvocati Silvana Selmi, Cettina Mirabella e Simone Marchese, dell’ospedale Cannizzaro, assistito dall’avvocato Eleonora Baratta, e dell’associazione Codici per i diritti del cittadino, con il segretario regionale, l’avvocato Manfredi Zammarato. L’ospedale era stato inizialmente indicato come “responsabile civile”, ma poi l’avvocato Baratta ha dimostrato che qui, semmai, era una delle parti lese.

I colleghi: “Professionale e timoroso di sbagliare”

Va precisato inoltre che in aula alcuni suoi colleghi lo hanno difeso. Descrivendolo come “professionale, timoroso di sbagliare e per questo attento nel suo lavoro”, negando ogni apparente malessere o confidenza su disagi, o meno. In una scorsa udienza avevano deposto gli esperti sull’esame tossicologico.


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