Cateno De Luca difende Miccichè, la distanza con La Vardera

Cateno De Luca difende Miccichè, la distanza con La Vardera

"No alla strumentalizzazione". L'appello nella diretta Facebook.

Scateno non entra nel merito, come dice lui in una infuocata diretta social, ma difende Gianfranco Miccichè, dopo la nota vicenda dello chef e della droga che non lo vede indagato. Il video è rintracciabile nella pagina Facebook di Cateno De Luca. Tanti gli argomenti trattati dal sindaco di Taormina, ma l’ultimo è riservato alla cronaca fresca con “Gianfranco Miccichè massacrato ovunque”. Ecco l’esordio.

“Miccichè bersaglio”

Un’analisi politica che pigia sui tasti dell’empatia umana. “Io ci sono passato nella gogna mediatica – dice De Luca -, la mia famiglia c’è passata. Lasciando stare il merito, io in quel ristorante di cui si parla ci sono stato, due o tre volte, con Miccichè, per colazioni di lavoro e c’erano altri a discutere di politica. Ho mangiato buon pesce, nella mia vita non ho mai fumato nemmeno una canna e ho fatto diversi test. Non accetto la strumentalizzazione che è stata fatta di una persona che, comunque, non è indagata. Di chi è il bersaglio Miccichè?”.

“Faraone, ti dico…”

Scateno si infervora, chiama in causa: “l’ipocrisia di tanti soggetti inventati da Miccichè”. Poi, entra in scivolata sui renziani, in vista di possibili accordi per le Europee: “Voglio dire al mio amico Davide Faraone che noi abbiamo fissato un convegno dove io e Gianfranco siamo relatori. Per me quel convegno rimane in piedi senza discussione. Se non vuoi farlo, me lo faccio da solo. Questo attacco mi inquieta”.

De Luca e La Vardera

Una posizione che appare, a una prima lettura, sideralmente distante da quella di Ismaele La Vardera, esponente di spicco di ‘Sud chiama Nord’ proprio sul caso Micciché. “Quando ho proposto il test antidroga in Parlamento – aveva scritto La Vardera su Facebook – sono stato sbeffeggiato, criticato, mi hanno accusato persino di becero populismo. Io non gioirò mai delle disavventure altrui, ma caro Miccichè la cosa grave è saper che i fiumi di cocaina che arrivano in città vengono gestiti dalla mafia, e sapere che quella coca “avrebbe viaggiato in auto blu con lampeggiante” mi lascia senza parole, provo vergogna. Nella vita bisogna avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, Gianfranco te lo dico senza troppi giri di parole: dimettiti”.

Il post successivo

Oggi, lo stesso La Vardera, in un successivo post, tiene il punto: “…Da ieri da quando mi sono permesso di “infierire” su Miccichè qualcuno mi ha detto, pochi fortunatamente: “non si fa, è pur sempre un uomo che sta passando un momento difficile” persino al telefono, non gente comune uomini che ricoprono ruoli di spicco nella nostra città, attenzione. Ora la domanda è, sono io quello sbagliato? Sono io che ho osato toccare un uomo da sempre definito intoccabile? Da quando feci il film, sapevo esattamente che l’odio nei miei riguardi era tantissimo, e che non sarebbe stata una passeggiata, dico però che, se qualcuno pensa che io possa mettermi una museruola si sbaglia di grosso, sono entrato in politica non per farmi cambiare da essa, ma per cambiarla, poi se non riuscirò a cambiare la politica, lasciate almeno che essa non cambi me”. Una lontananza, quella tra Scateno e Ismaele, che si può raccontare come normale dialettica, ma che, forse, potrebbe essere l’anticipazione di altro. Sul campo ci sono due personalità molto appariscenti che, secondo alcuni, difficilmente staranno a lungo nello stesso perimetro, per inclinazioni caratteriali e mete politiche. Che sia già un segnale? (Roberto Puglisi)


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