CATANIA – “Non si può pensare di abbassare la guardia. Penso e voglio sperare che non ci sia affatto un ritorno a momenti di maggiore difficoltà come in passato”. Così Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco, assassinato da Cosa Nostra nel 1983, ha commentato la notizia dell’assegnazione della scorta a Claudio Fava, presidente della commissione parlamentare Antimafia. Un fatto inquietante che coincide con il trentaduesimo dalla morte di Pio La Torre. Una ricorrenza che ha costretto il capolista del Pd all’europee nel collegio Sicilia-Sardegna, al ritardo durante la conferenza stampa di presentazione dei candidati catanesi a Strasburgo. Evento che si è tenuto stamani nella sede della segreteria provinciale di via Umberto.
“Quando 32 anni fa è stato ucciso La Torre – spiega la Chinnici – non si parlava di mafia. Gli uomini che la contrastavano erano pochi e facevano il loro lavoro in un contesto difficile. Le cose poi sono sicuramente cambiate. Lo Stato si è attrezzato. Grazie a quegli uomini – continua – è cambiata la cultura. C’è una diversa sensibilità tra i cittadini. C’è una maggiore solidarietà nei confronti di chi ha scelto di contrastare le cosche. I risultati non sono mancati. Ma oggi, lo ripeto, non si può abbassare la guardia. È necessario continuare su due fronti ben precisi: l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura e la promozione della cultura. Bisogna affermare il valore della legalità – sottolinea la Chinnici – in tutti i contesti della vita quotidiana”.
Trent’anni di professione giornalistica. Il curriculum è quello di Michela Giuffrida, corrispondente di Repubblica e direttore del tg di Antenna Sicilia. “Una proiezione del Pd nel mondo delle professioni”, così annuncia il segretario provinciale Enzo Napoli. Insomma, un volto tra i più noti a Catania, ma nuovo per la politica. La scelta di concorrere da indipendente del Pd, rivela la Giuffrida, è “arrivata a poche ore dalla presentazione delle liste”. Una sfida – come lei stessa la presenta – da “far tremare i polsi”.
“La mia competenza – riferisce ancora – è tutta nella conoscenza delle problematiche di questa terra, necessità che un giornalista conosce bene, e da un punto di vista privilegiato”. Intanto – come da protocollo – la Giuffrida si è già sospesa dalla guida del Tg La Sicilia: “Finora sono stata sempre super partes. Il pubblico – aggiunge – me lo ha riconosciuto. E sono orgogliosa di questo. Qualora questa esperienza non dovesse essere felice, tornerei senza esitazioni alla mia professione”.
C’è tuttavia un motivo più culturale che politico che ha accompagnato la discesa in campo della Giuffrida e riguarda le sfide che i movimenti, Cinque stelle in particolare, hanno lanciato al mondo della rappresentanza politica: “Dobbiamo difendere quello che altri vogliono distruggere – ha aggiunto – e riportare la gente a votare: chi si astiene lascia che altri decidano per sé, chi vota esclusivamente per esprimere la propria rabbia spreca un’occasione preziosa”.
Accanto al direttore del Tg La Sicilia, scende in campo Giovanni Barbagallo, sindaco di Trecastagni. Lui invece la politica la naviga da tempo. Già parlamentare europeo, e fondatore del Pd, tenta la riconferma. “Mi sento a casa e sono fiero della mia coerenza”, esordisce. Allo stesso tempo, però, non schiva i temi spinosi: “Uscire dall’euro sarebbe una follia. Ma l’Europa non può essere soltanto tecnocrazia. La Bce, poi, non può prestare soldi alle banche al fine di acquistare titoli di Stato. Stessa cosa – aggiunge – per l’immigrazione: si è fatto davvero troppo poco a livello continentale”.