“Buongiorno Italia”. Si apre così, con un caloroso ottimismo, il lungo intervento di Susanna Camusso all’incontro odierno della Cgil dedicato ai giovani ed alle prospettive future di lavoro. “Le dimissioni di Berlusconi e del suo governo sono il primo passo per la ricostruzione della politica italiana”. Sono queste le prime parole del segretario generale che vengono accolte da applausi di approvazione subito smorzati dal forte criticismo ad una realtà italiana ancora al centro di una crisi epocale. “Berlusconi si è dimesso solamente a causa dei mercati, l’Italia ha bisogno di una politica più forte e più vicina al cittadino”. Il primo passo per restituire al quadro politico il suo vero compito è il ritorno alle urne, considerando quindi il neo-governo Monti come “un momento transitorio di breve durata al quale dovranno seguire le elezioni, ridando così la parola ai cittadini”.
La parola chiave dovrà essere quindi equità sociale, secondo la leader Cgil. “I giovani e i pensionati si sacrificheranno, ma dopo che lo avranno fatto tutti gli altri; per questo al professor Monti chiediamo in primo luogo una nuova politica fiscale che colpisca chi non ha mai pagato o chi deve pagare di più”. Si boccia così l’ipotesi dell’Ici sulla prima casa che “colpirebbe sempre i soliti noti”, auspicando invece la creazione di una tassa patrimoniale dagli 800000 euro in su nonchè di una possente lotta all’evasione, all’illegalità ed al lavoro nero, sottolineando che in primis la Sicilia deve costituire il trampolino di lancio verso la rivalutazione del Mezzogiorno e la lotta contro la criminalità organizzata.
Con qualche punto fermo: “Al presidente Monti sottolineeremo che le ricette finora presentate non sono utili e ascolteremo cosa ci dirà. L’Italia ha bisogno di un’altra politica economica. Di pensioni si può discutere – ha aggiunto la leader Cgil – ma ci sono condizioni di lavoratori dipendenti che non possono essere modificate e non è possibile immaginare un sistema pensionistico per fare cassa e sistemare i conti. Dopo l’emergenza deve tornare la politica, subito il voto. Per il Paese è una sconfitta avere un governo tecnico”.
(Daniele Scarbaci)