Cefalù, il Comune dichiara dissesto | Debiti per quasi 13 milioni - Live Sicilia

Cefalù, il Comune dichiara dissesto | Debiti per quasi 13 milioni

Il Comune di Cefalù

La Procura della Corte dei conti ha aperto un'indagine sulle responsabilità. Il sindaco, Rosario Lapunzina: "I responsabili paghino".

la decisione del consiglio comunale
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PALERMO – Il Comune di Cefalù ha dichiarato il dissesto finanziario. Dopo una lunga discussione, che si è protratta per tre sedute, il consiglio comunale ha votato (14 a favore e 4 astenuti) una decisione inevitabile. Nell’ultima ricognizione contabile sono stati accertati debiti per oltre 12 milioni e 790 mila euro. Sono il frutto di operazioni giudicate irregolari sia dalla relazione del collegio dei revisori sia dalla Corte dei conti. Le gestioni che avrebbero provocato le condizioni del dissesto sono quelle del periodo compreso tra il 1999 e il 2012. Tra le irregolarità emerse anche fittizi avanzi di bilancio per quasi 4 milioni: servivano a giustificare spese prive di copertura. La Procura della Corte dei conti ha aperto un’indagine sulle responsabilità.

L’attuale amministrazione, guidata dal sindaco Rosario Lapunzina, ha cercato di fermare la spirale dell’indebitamento con un piano pluriennale di riequilibrio che era stato approvato dalla Corte dei conti. Alcuni tra i maggiori creditori hanno prima dato il consenso alla rateizzazione e poi l’hanno ritirato. Il consiglio ha quindi preso atto che non c’erano le condizioni per evitare il dissesto.

*Aggiornamento ore 13.40
“La dichiarazione di dissesto finanziario è un atto di assoluta gravità ma era una scelta obbligata. Ora chi ha sbagliato paghi”. Lo dice il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, dopo il voto del consiglio comunale che ha chiuso una lunga discussione sulla situazione contabile del Comune. “La relazione dei revisori dei conti – sottolinea il sindaco – parla chiaro, e denuncia una disinvolta gestione delle risorse pubbliche, lungo il primo decennio degli anni 2000, in cui gli accertamenti aumentati a dismisura, e ai quali non corrispondevano entrate effettive, determinavano residui attivi inesigibili, e gli avanzi di amministrazione fittizi alimentavano la spesa corrente, in costante aumento, da un anno all’altro”. Il periodo in cui si sono prodotte le condizione del dissesto è quello in cui, ricorda Lapunzina, “i trasferimenti statali e regionali erano assai consistenti e nel quale si sono sperperate ingenti risorse e si sono accumulati milioni e milioni di debiti”. Il sindaco ricorda poi che quando è stato eletto, nel maggio 2012, la città “era già sull’orlo della bancarotta, con una procedura avviata da parte della magistratura contabile”. “Abbiamo tentato un salvataggio in extremis – conclude – aderendo alla legge ‘salvacomuni’ e abbiamo ottenuto l’approvazione del piano dalla Corte dei conti. Ma la legittima pretesa dei creditori a riscuotere subito quanto spettante ha fatto saltare il banco. Adesso si aprono due distinte e parallele fasi: una è legata all’accertamento delle responsabilità da parte della Corte al quale anche noi ci sottoponiamo, chiedendo sin d’ora che chi ha sbagliato paghi e rifonda i cittadini. L’altra è il risanamento, che sempre consegue al dissesto”.

(ANSA)


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